Zero virgola

03.03.2015 06:07

Non so se a qualcuno verrà voglia di fare la ola con il ministro del lavoro Giuliano Poletti per l’ultima rivelazione dell’Istat sul versante lavoro. Una rilevazione che, manco a dirlo, ha incontrato l’entusiastico eco di buona parte della stampa italiana che è spesso propensa a spandere ottimismo a piene mani con il non celato intento di assecondare il fervore mediatico del manovratore. Si, certo, la notizia è positiva e forse – ripeto forse – fa ben sperare. Ma apprendere che la disoccupazione a gennaio ha fatto registrare il 12,6% rispetto al 12,7% del 2014 non è propriamente un’inversione di tendenza tale da far levare in alto i calici per un brindisi... ad maiora. E neppure come ha fatto l'eurodeputato del Pd David Sassoli, ricorrere subito al tweet per dire: "La disoccupazione a gennaio è diminuita. Lo dite voi a #Salvini?". Lo zero virgola uno in controtendenza è pur sempre meglio di un dato negativo, ma se si ricorda che  la disoccupazione nel 2014 aveva fatto registrare il livello più alto dal 1977 sarebbe bene non abbandonarsi a facili trionfalismi né spacciare lucciole per lanterne. Prendiamo atto con piacere dello zero virgola, ma non dimentichiamo che la disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni è del 41,2% e il quadro che ne emerge è così drammatico che proietta l’Italia all’apice della disoccupazione in Europa. Quindi prendiamo pure per buone le parole ottimistiche del ministro Poletti che parla di “risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell’occupazione, un risultato che fa intravedere la possibilità di un 2015 migliore”. C’è  da credergli, anche perché peggiorare sarebbe quasi impossibile e certamente provocherebbe una situazione tombale. Pensiamo anche ad un applausino. Purché la crescita del 2015 alla quale saremo chiamati a brindare non migliori a colpi dello 0,1% altrimenti i giovani disoccupati passeranno direttamente dalla disoccupazione alla casa di riposo che peraltro non potranno nemmeno permettersi non avendo maturato la pensione con la quale pagarsi la retta.  

 

 

 

 


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