Un uomo solo al comando? Lo scopriremo solo vivendo

21.02.2014 07:58

L’uomo che aveva fatto della velocità e del fare concreto il suo marchio di fabbrica, ha dovuto arrendersi di fronte ai tempi (biblici) dei riti romani. Naturalmente stiamo parlando di Matteo Renzi, che tra poche ore diventerà il più giovane presidente del Consiglio della Repubblica Italiana. La lepre fiorentina si è trasformata in lumaca romana? Nessuno dubita che se l’ex sindaco di Firenze avesse potuto contare su maggioranze tipo quella dell’assemblea del Pd a quest’ora avremo già il nuovo governo e il suo one man show ne sarebbe tranquillamente alla guida. Invece, Renzi, ha preso atto che la formazione di un governo di coalizione è cosa diversa dall’essere quell’uomo solo al comando che ha sempre caratterizzato il suo impegno pubblico dalla provincia al comune di Firenze. 

Non è dato sapere cosa avrà provato Renzi quando si è trovato di fronte quella marea di questuanti in rappresentanza di quei partitini che possono contare si e no sui voti di un condominio di quattro alloggi. Anche se costoro, per dirla con il giornalista Andrea Scanzi, pur di non scomparire dalla scena politica avrebbero appoggiato un governo a guida Paperino,  Gundam, Mazinga o Mal dei Primitives, e benché  tenuti al guinzaglio con lo spauracchio del voto,  sono anch’essi da considerare parte delle ostetriche del  Renzi Primo.

Matteo Renzi, si sa, è un uomo vincente. Abile e intelligente. Un leader. E, su tutto, un grande lavoratore con una forza fisica davvero invidiabile. Insomma, buttandola in battuta, anzi rubando la battuta ad un comico, Matteo è un Berlusconi ma senza soldi. Battute a parte la sua carriera politica è da sempre all’insegna di pochi parametri chiari: costruirsi una leadership, un gruppo fedele e poi andare avanti comandando da solo.

A Roma, almeno con questa maggioranza, dovrà abituarsi che non è il Messia di Firenze ma semplicemente colui al quale è stata consegnata un’auto da guidare su un terreno scivoloso e pieno di buche com’è l’Italia di oggi. Al volante ci sarà lui, ma al suo fianco avrà molti che svolgeranno il ruolo corrispondente al navigatore delle gare rallystiche.

Al momento non conosciamo ancora le linee programmatiche del nuovo governo. Conosciamo a malapena alcuni titoli, rinforzati da date di scadenza un po’ ondivaghe e adatte alla bisogna. Né sappiamo come intende muoversi Renzi: se attraverso piccoli passettini o con una vera e propria marcia veloce; per dirla con Lucio Battisti, tutto ciò lo scopriremo solo vivendo.

In attesa di capire cosa ci riserverà il futuro prossimo una domanda è quasi d’obbligo: possiamo fidarci di uno che dice una cosa e il giorno successivo fa l’esatto contrario? È inutile ricordare qui la marea di annunci – resi pubblici per sommi capi e con tanto di date di scadenza – messi in campo da Renzi il lunedì e disattesi capovolgendoli il martedì.  Ma anche questo, paradossalmente, è la riprova che Renzi è un leader al quale è perdonato tutto, compreso raccontare una cosa e fare l’esatto contrario.  

Adesso, però, l’attende la prova più dura, ovvero quella di dare sostanza al profluvio di parole che da sempre accompagnano il suo cammino. Ma la prova più dura in assoluto è quella che stanno vivendo gli italiani vittime di una crisi pazzesca che pare non voglia finire e ogni giorno che passa continua a mietere vittime. Quindi dalla prova di Renzi ne discende anche il nostro destino. Un destino che a tratti pare condizionato da scelte recenti compiute dall’ambizioso premier in pectore.

Ad esempio c’è chi teme il frutto dell’inciucio, apparso a tratti evidente, tra Renzi e il condannato Berlusconi. Le finalità? Come si diceva poc’anzi lo scopriremo solo vivendo.  Certo, per chi crede nel valore assoluto della democrazia e nel rispetto delle leggi che in teoria dovrebbero essere uguali per tutti, ha fatto un certo effetto vedere il condannato in via definitiva salire al Quirinale per le consultazioni e, in buona parte, condizionare l’agenda politica con la complicità del putto fiorentino. 

Proviamo a dimenticare per un momento queste peculiarità italiane e questi giochi da Pulcinella e vedere cosa succederà il giorno della fiducia alle Camere. Poi starà al grande parlatore, che vanta un passato da boy scout e arbitro di calcio, nonché da concorrente vincente della ruota della fortuna di Mike Bongiorno, farci ricredere e mandare in soffitta i cattivi pensieri. Su tutti quello che  ha visto Renzi nei panni di Gesù ridare la vita (politica) al Lazzaro di Arcore. Auguri Italia.