Terza

03.07.2015 07:41

Per tanti anni è stato il più compassato dei direttori di giornali. Anzi del più grande giornale d’Italia, quello che piace tanto alla borghesia illuminata. Poi un bel giorno Ferruccio De Bortoli, poco prima che lasciasse il timone dell’ammiraglia di via Solferino si è scoperto improvvisamente più drago che pompiere. Memorabile, anche se ovviamente non a tutti è piaciuta e men che meno è piaciuta all’interessato la definizione che il direttore del Corriere della Sera diede del primo ministro: “Renzi? Un maleducato di talento”. I motivi della super stoccata non sono noti, forse si tratta solo di un giudizio magari un po’ avvelenato perché non è da escludere che nell’allontanamento dal timone del Corriere non ci sia lo zampino di Renzi. In Italia tutto è sempre possibile, tenuto conto della proprietà del Corriere e delle amicizie del Premier. Facendo uno più uno… Adesso De Bortoli è tornato all’attacco con una (bella) intervista pubblicata dalla rivista Linus. Il gran signore dei giornali non ha lesinato rasoiate e veri colpi di machete all’indirizzo del primo ministro, tanto che si stenta a credere che dietro quelle parole ci sia il talento di uno dei più longevi e stimati direttori. Ma tant’è, anche gli amori finiscono, ammesso che ci sia stato un fugace affetto tra i due. Sia come sia per chi non ama troppo Matteo Renzi leggere certi frasi avrà fatto un bell’effetto. Dice De Bortoli del Putto di Firenze: “Parla di sé in terza persona. È fantastico. Lui pensa che per governare basti raccontare una bella storia al Paese. Il renzismo è un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra. È la dimostrazione di come il Pd, che ha sempre combattuto Berlusconi, sia stato conquistato da un suo clone. Ultimamente però inizia a battere qualche colpo a vuoto, tanto da sembrare in uno stato quasi confusionale”. Non male vero queste parole al vetriolo dette da un compassato signore come De Bortoli? Certo che stupisce nel coro delle vergini e – come dice Travaglio – dei giornalisti slurp ovvero i leccatori di mestiere e un tanto al chilo trovare una voce così autorevole fuori dal coro! Renzi gode di ottimo seguito, ha tanti estimatori, piace a tutti e anche alle signore nonostante la tendenza alla pinguetudine e quindi non se ne cura. Ma quando parla di sé in terza persona come il papa piace anche all’autore di questa Nota. Troppo forte. Altro che Unto del Signore. A volte pare proprio IL Signore o in seconda battuta il suo rappresentante in terra! Il Putto si unge e se le canta da solo. Quindi attenti: quando Renzi dice “noi”,  pensa a sé stesso non a “noi” inteso come italiani. D'altronde se non pensasse a sé, in prima o in terza persona e il noi non fosse che un pronome personale che politico sarebbe?


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