Teatro
27.08.2015 07:38
Rimini, Pesaro e L’Aquila: sono queste le tappe di un sol giorno che hanno portato il primo ministro a far uscire dalla propria ugola miliardi di parole e trilioni di proclami. Sarà stato una sorta di prova generale o un vero e proprio check-sound come si conviene prima di ogni esibizione importante? Infatti nella prima tappa del giorno, davanti agli applauditori a prescindere di Cl, Matteo Renzi ha fatto un annuncio che manderà in sollucchero milioni di italiani. Via l’Imu e la Tasi per tutti? Macché. Questo è un déjà vu o se si preferisce la remake del film “Sparala più grossa Silvio”, dove per Silvio si sottintende Berlusconi.
Invece il vero annuncio di Rimini è stato: il prossimo anno Renzi farà cento “spettacoli” (pardon: incontri, comizi) nei teatri italiani. L’annuncio è stato più o meno questo, con tanto di Amarcord incorporato e mozione degli affetti: “Questa estate, durante le vacanze, sono stato nel bar di quando ero piccolo, uno di quei bar dove ti conoscono per quel che sei, e una signora mi ha detto: non le state raccontando bene le cose che state facendo, dovete fare di più. Ci ho pensato e voglio sperimentare con voi il numero zero: scegliere dei teatri, 100 teatri a partire da Pesaro e vediamo insieme se le cose che stiamo facendo sono davvero cose che stanno coinvolgendo le persone o come tutti i politici che stanno nei palazzi stiamo perdendo freschezza ed entusiasmo”. Quindi grazie a questa anonima signora ognuno di noi avrà la possibilità di sentire da vicino e dalla viva voce il Verbo del primo ministro. E se qualcuno pensa chi sia poco, peste lo colga! Nel 2016 ne vedremo delle belle: via le tasse, più posti di lavoro, riforma della Costituzione, felicità garantita per legge e per tutti e poi le performance nei teatri italiani del nostro one-man-show. È vero che è importate fare, ed è importante anche far sapere. Ma non pare che Matteo Renzi difetti in fatto di comunicazione. Di suo comunica benissimo. Attualmente nessuno in Italia è bravo quanto lui a parlare dal palco. Un grandissimo affabulatore, così grande che Berlusconi che pure deve buona parte della sua fortuna proprio alla favella al confronto del Putto è poco più che un dilettante allo sbaraglio. E poi alla bravura comunicativa del premier, vogliamo aggiungere i trombettieri del regime? Tra i giornali italiani – a partire da quelli più grandi - è una gara infinita tra chi canta meglio le lodi e suona meglio la lira in favore del Putto fiorentino. Eppure pare che tutto questo non basti. Matteo Renzi vuole fare l’en plein. Prima nei teatri e poi in parlamento. Amici lettori adeguiamoci alle mode: non è più tempo di balconi e parate a petto nudo. Ci sono i teatri, i teatrini Tv e i social network. Oggi la politica è spettacolo. Sì, spettacolo. Magari una commedia dell’assurdo da proporre al popolo. E pensare che la parola “politica” deriva dal greco “polis” ovvero città, intendendo la città come stato autonomo, che all'epoca era l’organizzazione politica del Paese. Oggi Polis è sinonimo di spettacolo. Da portare in 100 teatri italiani.