È solo dell’altro ieri la notizia – ottima – dell’assoluzione di Erri De Luca dall’accusa di “istigazione a delinquere” in riferimento alla Tav, che oggi sullo stesso versante ne arriva una che fa rabbrividire e ricaccia in gola la felicità per aver visto trionfare con l’assoluzione dello scrittore la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero, pur dissentendo su alcuni termini usati. Essere contro la Tav questa volta è costato il posto di lavoro ad una giovane educatrice che prestava la sua opera nel padiglione E del carcere delle Vallette di Torino. Angela Giordano, questo è il nome dell’educatrice, sostiene di essere stata messa alla porta perché indossava una maglietta No Tav e perché ha abbracciato un’amica incontrata all'uscita dal lavoro durante un presidio di solidarietà agli arrestati per gli assalti al cantiere di Chiomonte.
All’educatrice prima è giunta la sospensione temporanea del permesso di accesso e dopo è arrivato il definitivo allontanamento dal lavoro con questa motivazione rilasciata dal direttore della struttura penitenziaria Domenico Minervini: “Essersi intrattenuta scambiando baci e abbracci con simpatizzanti dell'area anarco-insurrezionalista e aver pubblicato sul suo profilo Facebook numerose fotografie di anarchici recentemente arrestati”. Quindi nella Patria del diritto una t-shirt di quelle comprate per finanziare la lotta contro il treno ad Alta velocità e lo scambio di un abbraccio con un’amica possono costare il posto di lavoro seppur di un lavoro delicato come quello di educatrice all’interno di un carcere. Si stenta a credere che le motivazioni del licenziamento siano queste, perché tutto appare così assurdo da sembrare la trama di un film di Alejandro Jodorowsky il mago del surrealismo provocatorio le cui trame sono grondanti di orrori. Però se la vicenda di Angela è esattamente così come viene riportata dai giornali, oltre alla doverosa solidarietà per l’educatrice, adesso aspettiamo di vedere la fiumana di personalità che si schierano al suo fianco esattamente come è stato fatto per Erri De Luca. Ci piacerebbe vedere tante t-shirt con la scritta “Je suis Angela”, qualche presidio pacifico, cantanti e attori rilasciare dichiarazioni per manifestare vicinanza all’educatrice rimasta senza lavoro. Altrimenti che brindiamo a fare per l’assoluzione di Erri De Luca se poi di fronte ad Angela Giordano ci si limita ad un paio di post sui social network? Aspettiamo anche che prendano la parola i politici e lo facciano con atti concreti a partire dalle interrogazioni parlamentari al ministro compente che dovrebbe essere Angelino Alfano, l’uomo del quid ballerino, quello che vuole il Ponte sullo Stretto, ma anche quello del caso di Alma Shalabayeva. È difficile che accada, ma ci accontenteremo anche solo di un suo ruggito. Sperando che non sia il ruggito del coniglio.