Se n’era fatto un gran parlare. Aveva avuto grande eco mediatica. Ma come spesso accade, e come giù dicevano i latini alla fine “parturient montes, nascetur ridiculus mus”. Fuor di metafora il topolino partorito dalla montagna è da ascriversi a quella norma approvata dalla Camera dei Deputati che prevede la sospensione del vitalizio per gli ex parlamentari che hanno riportato condanne superiori ai due anni per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione. Allora la presidente della Camera Laura Boldrini parlò di "segnale forte di moralizzazione", mentre il leader 5Stelle Beppe Grillo si limitò a sostenere che dietro a tanta enfasi c’era il solito inghippo.
È di ieri la netta presa di posizione sull’argomento da parte di Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e membro del direttorio 5Stelle che ha lanciato un dardo mica da ridere. Eccone uno stralcio: “Su 1543 ex deputati che stanno percependo ingiustamente un vitalizio, anche oltre i 3000 euro al mese, solo dieci avranno il vitalizio sospeso. Dieci sfigati che non avevano nessun partito a proteggerli, mentre tanti altri condannati - i cui reati non furono inseriti nella delibera - sono tutti salvi. Quei 10 mi fanno quasi pena". Trai dieci sfigati – peraltro ci sono anche ex ministri ed ex segretari di partito - ci sono nomi noti alle cronache politiche/giudiziarie degli anni scorsi. Ne riportiamo i nomi solo per rinfrescare un po’ ma memoria, e se qualcuno vuole conoscerne le storie basta una piccola ricerca in internet. Eccoli: Massimo Abbatangelo, Giancarlo Cito, Robinio Costi, Massimo De Carolis, Francesco De Lorenzo, Giulio Di Donato, Pietro Longo, Raffaele Mastrantuono, Gianstefano Milani e Gianmario Pellizzari. Se ha ragione Di Maio dove sta l’inghippo visto che per individuare i deputati condannati la legge è stata applicata alla lettera? Forse il tutto risiede nella capacità che hanno i legislatori nel vendere fumo per arrosto. Intanto mancano gli ex deputati ultra ottantenni per i quali la legge prevede di cancellare i nomi dal casellario giudiziario (e sono 346 deputati, tra di loro c’è anche qualche bel marpione da giacca a righe) e poi le norme sono state annacquate direttamente alla fonte. Non c’è in questa Nota la volontà di mettere tutto alla gogna e di buttare via il bimbo con l’acqua sporca. Ma se già i vitalizi concessi a chi magari ha fatto un paio di giorni in Aula sorseggiando un caffé alla buvette (sì uno, due o tre giorni, bastavano per i vitalizi) gridano vendetta, il vederli pagati a fior fiore di “galantuomini” fa venire il voltastomaco. Perché sarà pur vedo che molti hanno la morale ispirata dal film il “Marchese del Grillo” interpretato da un grande Albero Sordi di cui è rimasta celebre questa frase: “Perché io sono io e voi non siete un cazz, ma il ricordarlo spesso anche sotto forma di norme un po’ troppo all’acqua di rosa fa incavolare. Ma davvero ci dobbiamo consolare con i “10 sfigati che non avevano nessun partito a proteggerli, mentre tanti altri condannati - i cui reati non furono inseriti nella delibera - sono tutti salvi”?
PS: Anche otto ex senatori - Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri, Vittorio Cecchi Gori, Pasquale Squitieri, Antonio Franco Girfatti, Vincenzo Inzerillo, Franco Righetti, Giorgio Moschetti - perdono il vitalizio. Ma la sostanza non cambia, rispetto ai condannati - e che condannati - che invece lo mantengono.