L’opera nel suo complessa costa più o meno 5 milioni, che sono pur sempre una decina di miliardi per noi cresciuti con le lire e più svelti a far di conto con il vecchio conio.
E visto che ne mancano due, chi li mette? Ovviamente il governo, cioè tutti noi. L’opera di fondamentale importanza verrà realizzata a Predappio a poche centinaia di metri dalla casa natale del Duce, e mai come in questo si può dire che scelta fu più azzeccata, visto che l’opera in questione è un museo dedicato al Fascismo. E quale poteva essere il posto migliore per quest’opera? Naturalmente la vecchia Casa del Fascio fatta realizzare a Predappio da Benito Mussolini, che a settant’anni di distanza dalla sua morte se la potrà osservare dalla cripta che ne accoglie le spoglie. Siccome l’opera ha suscitato pareri molto discordanti chi si è fatto garante dell’opera che dovrà essere un vero e proprio museo storico e non un’operazione nostalgia fatta in giacca, cravatta e camicia nera? Naturalmente il Governo che ha delegato il braccio destro di Matteo Renzi, ovvero l’onnipresente e (quasi) onnipotente Luca Lotti a vigilare sul tutto affinché non si finisca a battere il manganello sul tavolo. Infine un’ultima domanda: di chi è l’idea iniziale e chi ha fortemente voluto questa realizzazione? Due domande in una è un’unica risposta: naturalmente il sindaco della cittadina romagnola, ovvero Giorgio Frassineti del Pd. E siccome l’operazione ha il gradimento dei massimi rappresentanti del Pd a partire dal segretario nazionale Renzi e del suo braccio operativo Lotti, il museo di farà. Eccome se si farà, e se ha l’imprimatur del Pd avrà pure il viatico di ogni sorta di girotondini e cantori vari della sinistra snob e illuminata, quella stessa sinistra che si scandalizzava per Gianfranco Fini ministro degli Esteri, che gridava al fascismo per l’editto bulgaro di Silvio Berlusconi e che oggi fa i girotondi ai giardinetti con i nipotini e canta a squarciagola nel coro. Ognuno la pensi come vuole. C’è anche la libertà di pensare che nell’opera si intravede quasi una continuità ideale: dall’olio di ricino, all’olio di Rignano. Fate voi.