Non è bastata al leader della Lega Nord Matteo Salvini la felpa con la scritta “Sicilia” per evitarsi la razione di ortaggi e uova con i quali è stato accolto da un bel gruppetto di giovani palermitani al suo arrivo in Trinacria. 
Ortaggi, uova e cartelli con scritte alquanto esemplificative: “Lega ladrona, Palermo non perdona” e “Leghisti siete la casta” hanno accolto l’ex barbaro sognante, l’uomo che spopola in Tv più dei rotoloni Regina. Gentilezza per gentilezza Salvini ha ricambiato con “Tre scemi che scrivono sui muri non sono Palermo” il tutto detto prudentemente sotto l’ala protettiva di una nutrita scorta, perché va bene un po’ di spirito, ma la carne va protetta. A spese dello Stato naturalmente! Archiviata la tappa siciliana che si è chiusa all’insegna dell’operazione simpatia passata attraverso il calcio (“Tra Inter e Palermo tifo Palermo”) e i calci nel sedere al governatore Rosario Crocetta (“Una calamità naturale equiparabile alla nebbia di Milano”) Salvini ha fatto ritorno nell’amata Milano e da lì a casa di Silvio Berlusconi per la cena domenicale. A casa di colui – tanto per essere chiari - che fino al giorno precedente veniva definito pubblicamente “un pollo” per la fregatura ricevuta da Matteo Renzi . Ma tant’è: il gallo va a casa del pollo, e il pollaio si anima. Davanti ad un bel risottino in bianco, due foglie di spinaci e un bicchiere di acqua gasata con bicchierino finale di camomilla, sono state messe in atto le strategie per l’assalto alla corazzata Renzi in una sorta di ritorno al passato due, dopo che Salvini aveva spergiurato: “Alleanza con Berlusconi? Basta per sempre!” Dai, vabbè, si scherzava! Quindi, prepariamoci, ne vedremo delle belle. Un tempo magari erano belle e sode, per adesso accontentiamoci così. Berlusconi, Salvini e Renzi insieme seppur su chiatte diverse ricordano il film “Un genio, due compari, un pollo”. I due compari ci sono, il pollo - Lega dixit - anche... Manca il genio. Già, chi l’ha visto?