Piccoli gesti e grandi sorrisi per il papa venuto dall’altra parte del mondo

14.03.2014 10:47

Tutta la stampa all’unisono ha dedicato molto spazio a ricordare e ripercorrere il primo anno di pontificato di papa Francesco. Tutta la stampa, si diceva, senza eccezione di colore e di orientamento editoriale e politico ha fiutato l’interesse del pubblico per un uomo come Francesco che in dodici mesi ha saputo rivoluzionare la più sacra delle istituzioni. Se la stampa, senza alcun intento evangelico si è limitata a vendere un prodotto come un giornale, non così è stato nell’interesse della gente che questo prodotto ha comprato per ciò che l’uomo ritratto in copertina rappresenta.

Papa Francesco, a partire dalla sera dell’elezione e da quell’apparire al balcone della basilica di san Pietro con la croce di ferro al collo e con le stesse scarpe che aveva nel suo viaggio d’andata dall’Argentina, ha consegnato al mondo non solo delle parole, ma molti gesti significativi attraverso i quali moltissime persone hanno imparato ad amare il vicario di Cristo.

I piccoli gesti di Francesco, piccoli certo ma dall’impatto fortemente dirompente, sono stati tanto inattesi quanto apprezzati e amati. La più alta e sacra rappresentanza della cristianità - Francesco appunto -  si è mostrato al mondo come un uomo. Come un pastore, come un prete, come una guida che marcia in testa al suo popolo.

L’evidente ed inconfutabile umanizzazione del papa è stato il più grande regalo che il mondo, e non solo a quello che si ispira ai valori del cristianesimo, potesse sognare di avere. Dal primo giorno, da quel suo dire “sono venuti a prendermi quasi alla fine del mondo” e soprattutto da quel suo sorriso bonario, è stato tutto un susseguirsi di piccoli gesti che sono stati come tanti semi messi a dimora in terreni che mai pensavano di essere adatti alla semina.

Ogni giorno del pontificato di papa Bergoglio, piemontese d’Argentina, è stato una scoperta piacevole che ha contraddistinto lo stile di una vita che è prima di tutto esempio e poi richiamo e catechesi. E tutto questo è avvenuto in un contesto umano, quello delle gerarchie vaticane, dove più di ogni altro luogo serviva la rivoluzione di Francesco e proprio per questo non si sa quanto la stessa sia stata amata e ben accettata. Ma lo forza dell’uomo “venuto dall’altra parte del mondo” è stata così dirompente dall’essere un vero e benefico tornado in grado di aprire gli occhi  e per chi crede anche i cuori pur di accogliere i valori trasmessi del santo Padre.

Tutti, vaticanisti e non, nel ricordare il primo compleanno del pontificato di Francesco prima ancora di rimarcare i grandi cambiamenti in parte già messi in atto nel rapporto tra la Chiesa e il suo popolo, hanno esaltato i gesti “umani” di un uomo che fa quello che dice e si pone non come una guida lontana ammantata di sacralità, ma come un esempio, come colui che insegna la strada da seguire attraverso l’esempio.

Ma la vera rivoluzione ed il vero capolavoro di questo primo anno di pontificato di papa Francesco sono stati quelli di far guardare verso la Chiesa anche persone non credenti o troppo lontane dagli insegnamenti del Vangelo anche a causa delle anacronistiche chiusure verso la società manifestate dalle gerarchie della Chiesa stessa.

Non appaia blasfemo, ma il gradimento di Francesco è dovuto al fatto che il Santo Padre è prima di tutto un uomo, una persona come milioni di altre persone. L’avere al soglio di Pietro un uomo che parla come un uomo, un uomo che non ha paura di manifestare sentimenti e debolezze, un uomo che sorride e si commuove, che ride, che a volte predica con la semplicità di un parroco, non è infatti questa una vera rivoluzione copernicana? La rivoluzione portata in essere attraverso piccoli gesti, ma incorniciata da grandi sorrisi e da tanti esempi quotidiani.

Papa Francesco tanto per essere simile ad altre milioni di persone, è su Facebook e su Twitter. Proprio come uno di noi. E anche sui celeberrimi social network non insegna e non predica, ma si limita a far sentire la propria vicinanza. Al massimo papa Bergoglio chiede aiuto agli internauti dicendo loro: pregate per me.