Alla fine le preghiere vanno bene, ma anche un bell’assegno fa la sua figura. Forse è proprio questo quello che avrà pensato il cardinale Tarcisio Bertone quando ha scritto il suo augusto nome su un assegno intestato all’ospedale pediatrico Bambin Gesù. E visto che si tratta di personaggi altolocati l’assegno non poteva che essere adeguato al rango del firmatario e così sopra il nome ecco la bella cifretta: 150 mila euro.
A dare notizia di questo prezioso cadeau è stata la presidente dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, Mariella Enoc, poco dopo la visita fatta dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin alla struttura sanitaria del Vaticano in occasione del Natale. Ha affermato Mariella Enoc: “Il cardinal Bertone non ha ricevuto direttamente denaro: però ha riconosciuto che tutto quello che è successo ha costituito per il nostro ospedale un danno e quindi ha deciso di venirci incontro con una donazione di 150mila euro, per sostenere i nostri progetti di ricerca per le malattie rare e poco studiate”. Caso chiusa e coscienza intonsa? Non siamo in caso di rispondere né alla prima né alla seconda domanda. Ricordiamo che il beau geste cardinalizio non è stato un cadeau frutto di una attacco di generosità natalizia, ma fa seguito a ciò che era emerso grazie alla pubblicazione del libro “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi il quale nel suo libro ricordava che Bertone vive in un attico di alcune centinaia di metri quadri ricavato dalla fusione di due appartamenti e ristrutturato, scriveva il giornalista, anche con 200 mila euro versati proprio dal Bambin Gesù. Pare che l’assegno di Bertone sia stato apprezzato anche dal cardinale Parolin il quale a margine ha affermato: “Quello che io posso dire è che mi pare che la vicenda si stia risolvendo, anzi è risolta positivamente e ringrazio il Signore che anche da questo momento di difficoltà si sta uscendo in maniera tutto sommato costruttiva”. Comunque tra una preghiera e un cero, tra un assegno e una smentita, se la verità sta nelle affermazioni di Fittipaldi all’appello mancherebbero ancora 50 mila euro. Quisquilie, pinzillacchere. In sostanza: più che una donazione, come si è affrettato a dire l'alto prelato, il gesto appare come una sorta di patteggiamento! Nel senso che anche Tarcisio Bertone ha avuto il suo bel danno morale dopo lo scandalo Vatileaks 2 e quindi diciamo che (forse) si è fatto coraggio da solo trattenendo per sé un piccolo obolo. Una sorta di “mal comune, mezzo gaudio”, perché un cero acceso è sempre un cero acceso, una prece una prece, ma… pecunia non olet.