Non che sia stato un fulmine a ciel sereno, ma apprendere ufficialmente che San Pietro, Duomo e Teatro la Scala di Milano sono tra gli obbiettivi principi dell’Isis in Italia ti fa piombare dritto nell’incubo. Il mantra attuale recita che non dobbiamo avere paura, che non bisogna modificare le nostre abitudini ma si tratta più che altro di belle frasi e teorie. Nessuno è più sicuro di nulla, almeno fino a quando non prevarrà il buon senso degli Stati e all’unisono prenderanno posizione contro questa nuova guerra.
Mentre l’intelligence americana avvisa l’Italia sui possibili attacchi, noi discutiamo se sia ragionevole o meno portare avanti il Giubileo aggiungendo altri rischi ai rischi già esistenti. Il Giubileo però si farà secondo programma ed è lo stesso papa Francesco a dettare la linea: “Per favore niente porte blindate nella Chiesa, niente, tutto aperto”. Speriamo bene. Di fronte a questi eventi speciali e forse sottovalutati (scusate: ma cosa facevano i servizi segreti e i corpi speciali prima dell’attentato a Parigi?) la nostra politica cerca l’unità almeno sul versante delle cose da fare, prima che sia troppo tardi. Con un po’ di mal di pancia da parte dei 5Stelle e alcuni distinguo di Sel il parlamento ha approvato un emendamento al decreto legge per la proroga delle missioni internazionali e ha conferito al primo ministro Matteo Renzi il potere di autorizzare l’utilizzo dei reparti speciali delle forze armate per missioni di intelligence, di fatto ha spostato il posto di comando dalla Difesa a palazzo Chigi e la regia di ogni azione al primo ministro. Per 24 mesi i reparti speciali delle Forze armate (Gis dei carabinieri e i Nocs della polizia) e anche alcuni componenti di reparti comuni impegnati in particolari azioni potranno godere delle immunità, dei poteri e delle garanzie concesse ai membri dei servizi segreti come l’impunibilità, seppur con alcune limitazioni, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni e la possibilità di usufruire di false identità nel corso delle missioni. Ecco, come si diceva, su queste cose il parlamento ha ritrovato una sorta di unità di intenti anche se a farla da padrone è stata l’emergenza dopo i fatti di Parigi e nessuno se l’è sentita di cavillare troppo di fronte a queste cose, per cui mal di pancia o no l’unità nazionale è salva. Basteranno queste cose a garantire la massima sicurezza in Italia? Ovviamente no, ma non ci sono garanzie assolute avendo di fronte un nemico particolare. Un nemico che vive al tuo fianco, che si muove negli stessi tuoi posti, vive negli stessi tuoi paesi e magari frequenta gli stessi ristoranti. La vita continua, ma tutto non sarà più come prima. Dovremo imparare a convivere con una situazione nuova, forse inimmaginabile, anche se cercheremo di mascherare la paura che inevitabilmente ci porteremo dentro perché siamo esseri umani, e la paura è un sentimento umano anche se spesso non vogliamo darlo a vedere. Eppure ci sarebbe l’antidoto al male: provare a restare essere umani.