L’ultimo giorno di affidamento ai servizi sociali per Silvio Berlusconi è coinciso con la divulgazione delle intercettazioni telefoniche – soprattutto tra l’ex premier e Gianpaolo Tarantini – che andranno ad arricchire il carteggio del processo per favoreggiamento della prostituzione in corso a Bari.
Se tutto ciò che i giornali hanno pubblicato compresi i file audio delle telefonate riguardassero un signor Brambilla qualsiasi, ci sarebbe da scompisciare dalla risate. O – a secondo dello stile di ognuno - di stendere un velo pietoso. In queste telefonate si sente la voce di un uomo anziano parlare liberamente di patonza da far girare, di “bambine” (il termine ovviamente è un vezzeggiativo per dire ragazze giovani) attese a Palazzo. Si, ci sarebbe da ridere se solo l’arzillo mandrillo al momento del trionfo della patonza non fosse stato anche il presidente del Consiglio delle settima potenza mondiale. Il contenuto delle intercettazioni avrà rilevanza penale? Questo lo accerterà il processo. Ma rilevanza etica e morale, in relazione appunto al ruolo dell’arzillo, certamente si. Ognuno si senta libero di interpretare come meglio crede questo modo di rapportarsi e se proprio vuole anche di provare invidia di fronte a tanto ostentato gallismo. Un gallismo dal vago sapore senile del quale se ne intuisce bene il contorno grazie ad una telefonata intercettata in cui Berlusconi dice a Tarantini: “Troppe donne (ieri sera n.d.a) troppe... Al massimo averne 2 a testa, però adesso voglio che tu abbia anche tu.. quelle tue, perché se no, mi sento sempre in debito, io, no? .. eh, e scusa, portatele per te, e poi io mi porto le mie poi ce le prestiamo, insomma, la patonza deve girare”. Forse alla fine della fiera ha ragione Vittorio Sgarbi che – da par suo e con il solito linguaggio sopra le righe - andando su tutte le furie per le intercettazioni e sparando ad alzo zero contro i magistrati che le hanno autorizzate alla trasmissione La Zanzara ha tratteggiato questo ritratto di Silvio Berlsuconi in una sorta di diminutio dell’intera vicenda: “Berlusconi è un comico da cinepanettone, quello che dice nelle telefonate è una cosa da conte Mascetti, da gagà di Dapporto. E’ puro varietà”. Ok, prendiamo per buono il ritrattino. Lasciamo l’ex cavaliere al suo destino fatto di glamour, bon ton, etica e naturalmente di patonze. Ma di fronte a tutto ciò una domanda: comico per comico, non sarebbe stato meglio per l’Italia fare direttamente presidente del Consiglio Massimo Boldi uno che di cinepanettoni se intende?