È difficile definire con una parola sola la mozione si sfiducia votata alla Camera contro Maria Elena Boschi. Può andar bene farsa? Se farsa non va bene proviamo con commedia, messinscena o
sceneggiata il risultato non cambia. D’accordo che la democrazia parlamentare è anche questo e da che esiste la Camera l’opposizione presenta mozioni di sfiducia, ma quella contro la ministra per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento non solo aveva il destino segnato in partenza, ma è servita solo a fornire ai protagonisti una sorta di passerella o se si preferisce una recita di Natale stile scuola dell’infanzia. E così dopo un paio d’ore di discussioni il verdetto: in 123 hanno votato sì e 373 hanno votato no. A votare la sfiducia sono stati i 5Stelle, Sinistra Italiana-Sel, Lega Nord, Fdi-An mentre una Forza Italia sempre più allo sbando e sempre più ai minimi termini non ha partecipato al voto. Pare abbia in mente un’altra recita di Natale o della Befana da portare in Senato, ma pur sempre una recita si tratta. Tutto nella norma. Maria Elena Boschi accusata di conflitto di interesse per la vicenda della Banca Etruria della quale il papà era vicepresidente ha messo in campo la mozione degli affetti. Ma siamo convinti che se anche avesse raccontato una barzelletta di Pierino il risultato non sarebbe cambiato. Certo consegnare alla storia frasi come “lasciatemi dire quello che ho nel cuore: amo mio padre, è una persona per bene, sono fiera di lui e fiera di essere la prima nella famiglia Boschi ad essersi laureata”. Anche se non è chiaro il nesso della laurea con il fallimento della banca va bene lo stesso, per gli archivi della Camera è sempre meglio questo che Pierino. E ancora: “Chi sbaglia deve pagare, anche se è mio padre”. I 5Stelle hanno picchiato duro, soprattutto con Alessandro Di Battista che armato di vera ars oratoria ha sostenuto che “Il ministro Boschi ha un conflitto grande, non come una casa, come una banca. Un ministro dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, e lei non lo è al di sopra di ogni sospetto”, ma anche qui poteva ripiegare su Cip e Ciop o su Brancaleone alle Crociate il risultato non sarebbe cambiato. Tralasciamo gli altri attori della recita, perché comprimari. È la politica, bellezza! Vero, ma il giorno in cui i riti lasceranno il posto alle battaglie reali la democrazia sarà un po’ meno farsa e un po’ più responsabilità. Per adesso accontentiamoci di queste palle. Siamo o no a Natale? E che albero di Natale sarebbe senza le palle? Quindi? Grazie, di cuore!