Succede a volte che dalla bocca di alcuni personaggi pubblici escano parole così scontate, ma così scontate da essere degne del re dell’ovvio, ovvero Riccardo Pazzaglia l’indimenticato filosofo dispensatore di massime sui divani di Quelli della notte.
Pazzaglia, quando una discussione rendeva una piega troppo scadente, era solito portare il palmo della mano aperta a 30 centimetri da terra come a dire: la discussione ha raggiunto un livello di basso profilo. Allora, sui divani di casa Arbore, la scena scatenava ilarità. Invece nella vita reale si fa fatica ad interpretarne il senso. Proprio come si fatica a cogliere il senso dell’affermazione della professoressa Elsa Fornero, già ministro del Lavoro e delle politiche sociali nel governo Monti. Quando afferma che “fatico a immaginare un trentenne che pensa già alla pensione. La pensione non può essere la prima preoccupazione. La mia risposta a questo terrorismo psicologico è quella di ricordare che le pensioni non ci saranno soltanto se non ci sarà stato il lavoro”. Tradotto: i giovani si diano da fare per trovare lavoro. Zitti e mosca. Siamo d’accordissimi che un venticinquenne o un trentenne non pensa alla pensione, ma pensa a trovarsi un lavoro… Purtroppo a volte non basta darsi da fare e spedire chilogrammi di curricula in giro per lo Stivale per portare a casa un’occupazione degna di questo. E tanto per restare all’ex ministro, non è che se i giovani non trovano lavoro è sono perché sono “choosy”, cioè schizzinosi (Nichelino, Torino 23 ottobre 2012, ipse dixit), ma proprio perché spesso trovare lavoro, ripetiamo degno di questo nome, è più difficile che attraversare il deserto a piedi. Che senso ha, quindi, dichiarare che i giovani non devono pensare alla pensione ma a lavorare? Nessun senso, come ha poco senso affermare, come ha fatto Fornero, che Tito Boeri, quando asserisce che “i trentenni di oggi andranno in pensione a 75 anni e con assegno basso” fa solo del terrorismo psicologico. Il professor Boeri è forse uno dei pochi che parla chiaro e non si inchina ai voleri del potere che lo ha mandato a gestire una patata bollente come i conti dell’Inps. Se ha fatto un’affermazione simile, conoscendo un po’ il personaggio, c’è da credergli. Invece, seppure Boeri non sia da considerare immune da critiche per concessione divina, è stato severamente quanto ingiustamente redarguito dalla professoressa Fornero. La cui riforma, magari per non colpe solo sue ma anche sue, un po’ di casino con gli esodati qua e là per l’Italia l’ha fatta. Esodati e non solo, anche se è meglio non spargere altro sale sulle ferite. Meglio, quindi, che le ovvietà restino nella storia della Tv e tra le gag di Riccardo Pazzaglia. Ma, ovvietà per ovvietà, una se la regala anche la Nota. Smettiamola di dire che i giovano sono il futuro. I giovani sono il presente, e visto che gli si complica in tutti i modi la loro vita non trattiamoli almeno da “fools”, ovvero da sciocchi.