“Il tema delle banche è serissimo, Pd e governo possono e devono fare molto di più per i consumatori, come abbiamo fatto noi con la reversibilità dei mutui. Ma un attacco così diretto alla Boschi non lo condivido, è sbagliato chiedere le dimissioni”: parole e musica di Pierluigi Bersani. Fedele alla sua massima che la “ditta” si difende sempre comunque e in ogni luogo l’ex segretario del Pd ha risposto a modo suo alle affermazioni fatta dallo scrittore Roberto Saviano.
L’autore di Gomorra, finito nell’occhio del ciclone proprio per le sue affermazioni, ha sostanzialmente affermato: “Il conflitto di interessi del Ministro Boschi è un problema politico enorme, dal quale un esponente di primissimo piano del governo del cambiamento non può sfuggire. In epoca passata abbiamo assistito a crociate sui media per molto meno, contro esponenti di terza fila del sottobosco politico di centrodestra: oggi invece pare che di certe cose non si debba o addirittura non si possa parlare. È probabile che il Ministro Boschi non risponda come se il silenzio fosse la soluzione del problema. Ma questo è un comportamento autoritario di chi si sente sicuro nel proprio ruolo poiché (per ora) le alternative non lo impensieriscono”. Com’è noto Saviano fa riferimento alla triste vicenda della banca Etruria di cui il papà della ministra è stato vicepresidente per 8 mesi e lo era al momento del commissariato, Maria Elena Boschi è azionista e il fratello dipendente. La giovane ministra, molta amata dal premier Renzi, ha assicurato che suo papà era ed è una persona perbene. Perché non crederle? Al massimo non era un’aquila visto che per il suo ruolo è stato multato da Bankitalia per 144mila euro per “carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Ma questa è un’altra storia. Hanno ragione coloro i quali chiedono alla ministra di fare un passo indietro senza ulteriori titubanze, o ha ragione la ditta del Pd, per una volta unita, nel difendere a spada tratta la ministra finita al centro delle polemiche per quello che appare – a ben vedere – come un netto conflitto di interessi? Cosa deciderà di fare o di non fare Maria Elena Boschi non possiamo saperlo. Ci ricordiamo però cosa fece Josefa Idem la pluricampionessa di canoa, ministro delle Pari opportunità del governo Letta, costretta ad andarsene solo perché aveva indicato come abitazione principale ai fini della tassazione un immobile che non lo era. Una bazzecola. Prima di andarsene Josefa disse: “Come ministra ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del gioco. La “persona” Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti”. Ognuno tragga le conclusioni che vuole. Certo che la legge, le norme, l’etica non sono per tutti uguali. A ben vedere, nemmeno i soci della ditta, sono tutti uguali. Perché, come si dice, tutti abbiamo una morale, solo che ognuno ha la sua. E se serve se la adatta alla bisogna.