Debbo confessare che sono seriamente preoccupato. Non so più a chi rivolgermi per chiedere informazioni. Ci riprovo da qui: qualcuno sa dirmi che fine ha fatto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella?
È praticamente dal giorno della sua elezione che se ne sono perse le tracce. Sparito. Missing. Forse oggi, domenica, se non è successo l’irreparabile – ma di questo ne avremo avuto certamente notizia – lo vedremo uscire magari senza Panda per andare a messa nella chiesa dei Santi Apostoli dove le suore pregato tanto per Lui. Speriamo. Le correnti di pensiero sulla sparizione del dodicesimo presidente della Repubblica sono molteplici, ma due prevalgono su tutte. La prima: che sia ancora impegnato nel trasloco e abbia i decoratori per casa da seguire. La seconda: che sia rimasto vittima della valanga di saliva e del lecca lecca forsennato con cui è stato accolto dalla stampa italiana, sempre piuttosto prodiga nel dispensare bava. In ogni caso, nell’una e nell’altra ipotesi, si tratta pur sempre di teorie. Rispettabili, ma pur sempre teorie. Per la verità nei Palazzi della Roma politica è circolata anche la frase che un corazziere, tal Antonino Orecchiofino, giura di aver sentito profferire dal Presidente alle prese con alcuni faldoni trovati sulla scrivania del precedente inquilino del Quirinale: “Minchia amuninni, dove sono capitato!”. Versione, quella del corazziere Orecchiofino, che non trova però riscontri anche se l’uso del vernacolo farebbe supporre il contrario. E quindi? Quindi la preoccupazione è più che giustificata. Possibile che a una settimana dall’elezione Sergio Mattarella non avverta ancora la necessità di lanciare un bel monito al Paese? Nessuna situazione gli provoca viva e vibrante preoccupazione? Un monito, suvvia, Presidente. Eravamo così ben abituati. La crisi d’astinenza è una brutta bestia. Se davvero pensa ai bisogni degli italiani, non ci tenga oltremodo sulla corda!