Non c’è né un sondaggio né una prova scientifica a provarlo, ma pare che la categoria con la memoria più portentosa sia quella quella dei ristoratori. Una memoria di ferro alla quale basta un nonnulla per far ricordare esattamente – per esempio - cosa mangiò il tal dei tali il freddo e piovoso 6 marzo del 2012, tanto per mettere una data a caso. Una cosa da vecchio quiz di Mike Bongiorno, busta numero tre: ci dica cosa mangiò il 13 giugno 2009, chi era seduto alla sua destra, quante bottiglie di acqua non gasata ordinò, chi si alzo dal tavolo per andare in bagno e infine chi prese due volte il dolce.
E l’oste/concorrente: bam, bam bam…A parte i quiz è proprio così, ed è tutto così strano che all’improvviso e dopo anni ci sia chi ricordi, tanto per dire, cosa ha mangiato e bevuto esattamente Ignazio Mario un tal giorno, di chi era in compagnia, quanto abbia speso e quale carta di credito abbia esibito. La buona memoria va ascritta anche a quel ristoratore di Firenze che ricorda con precisione chirurgica cosa mangiò Matteo Renzi e gentile signora un tal giorno, l’importo della fattura, i commensali e che a pagare il conto fu il Comune. La straordinaria memoria del titolare del ristorante amato e frequentato dal primo ministro quando era sindaco ha fatto affiorare una valanga di banchetti tanto che, sostiene l’oste, ci furono “un’infinità di tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro e che poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma m'è calato parecchio l'incasso. Gliel'ho mandato a dire a Luca Lotti che ogni tanto passa ancora: digli che gli fo causa uno di questi giorni”. Dobbiamo ridere? Ok, ridiamo. Che memoria questi ristoratori, per fortuna che i ricordi sono bipartisan: mangiava a sbafo Marino mangiava a quattro ganasce e a sbafo anche il putto fiorentino. Naturalmente gli interessati smentiscono, anche in modo sdegnato! Che altro possono fare i pover uomini? Ma a stupire non è tanto la fame atavica e la generosità dei politici a offrire pranzi, cene, rinfreschi e merende ad amici e parenti: questa è pratica déjà-vu. Stupisce la memoria dei ristoratori. Che, nel caso, possono vantare il dono della memoria miracolosa, mentre pare non possano esibire un’altrettanto senso civico. Se i ricordi affiorati dall’inconscio (haha ahah hahah) fossero tutti veri non sarebbe stato meglio rammentarlo prima, diciamo in corso d’opera attraverso una segnalazione alla Magistratura? Se erano coscienti che il magiare a spese dei contribuenti ignari fosse cosa ignobile e truffaldina il non dirlo e nel frattempo riempire il cassetto degli incassi come può essere definito? Ognuno è libero di dare la risposta che più ritiene confacente. Certo che a volte non basta avere una buona memoria, serve anche un bel po’ di faccia tosta per ricordare con tanta precisione