Ogni tanto viene voglia di dire grazie. In mezzo alle miserie quotidiane, agli scandali, alle ruberie e al pressappochismo dilagante se non ci fossero certi personaggi la vita sarebbe di un grigiore insopportabile. Grazie, quindi! Tra questi la palma del dispensatore principe del buon umore va al vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.
Che non solo pontifica su tutto, ha conoscenze illimitate tanto da non essersi sottratto nel corso di una trasmissione Tv di alcuni anni or sono a rintuzzare di economia un premio Nobel dell’Economia come il compianto Franco Modigliani – tanto per dire dell’umiltà dell’uomo – ma è nello scontro con il rapper Fedez che c’è il trionfo del buon umore. Quindi vediamo. Il vice presidente del Senato ha querelato il rapper e gli ha chiesto 500 mila euro di danni per essere stato definito dal cantante un maiale! Già, già proprio così. L’annuncio è arrivato direttamente dall’etere quando Gasparri ha pronunziato serio serio la seguente frase: “Fedez mi ha querelato e vuole 100 mila euro, ma sono andato a controllare e lui mi ha definito un maiale. Io ne voglio 500 mila, ho già presentato la querela. Io quel filmato in cui mi definisce un maiale non l'avevo nemmeno visto. Ma se Fedez la mette su questo piano allora la pagherà. Fosse per me avrei chiesto un milione, ma il mio avvocato è una persona generosa”. Proviamo a pensare allo spasso di una Corte chiamata a giudicare su tali finezze! Per intanto grazie di cuore ai protagonisti per questo quarto d’ora di buon umore e gratuita ilarità. Naturalmente questa laison di Stato ha scatenato l’ilarità della rete e non sono mancate domande pertinenti sulla vicenda in oggetto tanto che c’è chi si è chiesto se il maiale, nel senso dell’animale, non si sia risentito per essere stato tirato in ballo a sua insaputa. Questo, però, neppure una Corte potrà mai stabilirlo. In chiusura, scusandomi se parlo in prima persona, devo mettere le mani avanti: sono povero, se per caso Maurizio si sente offeso da queste poche righe non mi quereli e non mi chieda danni, non potrei mai pagare. Mi perdoni . Mi perdoni e basta. Giuro che mi cospargerò il capo di cenere e di fronte al ritratto del mitico vice presidente dirò almeno mille volte la seguente giaculatoria: “Scusi eccellenza, giurò che non farò mai più della facile ironia nei confronti di un’altissima carica dello Stato quale Ella è”. Mannaggia, mi scappa da ridere!