Leopoldini

14.12.2015 07:25

Se proprio volevano inventarsi un gioco per la ricreazione quelle birbe dei ragazzi della Leopolda potevano affidarsi alla collaudata tombola. O, perché no, fare un giro al gioco dell’oca. Oppure, vista la storiaccia delle banche e gli amici tirati in ballo, da “pierini” pseudo esperti di finanza affidarsi al Monopoli. Invece no. Chi vuole fare l’alternativo, alternativo lo deve essere sempre e fino in fondo. E allora i ragazzi della Leopolda, ovvero le forze migliori del Paese, cosa ti inventano? Mettono alla berlina i giornali e votano la prima pagina peggiore dei quotidiani. Pare che a suggerire il giochino sia stato direttamente sire Matteo in persona, e i ragazzi abbiamo trovato l’idea meravigliosa e divertentissima. In sostanza, una reazione uguale a quella dei cortigiani che ridevano alla barzellette di Silvio Berlusconi. La sesta edizione della Leopolda che doveva essere la “terra degli uomini” si è rivelata essere la terra degli intolleranti. Perché capiamo bene che Matteo Renzi preferisca farsi intervistare da Bruno Vespa e per i titoli prediliga quelli dal sapore dell’istituto Luce, ma mettere alla berlina i giornali è sempre un brutto segno che nella migliore delle ipotesi rappresenta solo una certa malcelata debolezza. A finire nel mirino del giochino sono stati nell’ordine: Il Fatto Quotidiano, Libero e il Giornale. Il foglio diretto da Marco Travaglio ha pubblicato sul sito un comunicato dal sopore ironico, ma nella sostanza molto chiaro : “All'editto bulgaro oggi segue, in scala proporzionata alla statura dei personaggi, l'edittino della Leopolda. Il fatto di essere finiti nel mirino di governi di destra, di centro e di sinistra, politici e tecnici, è per noi la migliore conferma che facciamo onestamente e imparzialmente il nostro mestiere”. Anche se in sostanza i leopoldini hanno solo regalato un bel po’ di pubblicità al giornali cattivi, l’iniziativa torbida resta. E non perché i giornali, tutti, siano immuni  da porcate e ogni tanto da prime pagine vergognose e articoli di cui bisognerebbe provare imbarazzo per generazioni. Ma attaccare la stampa non è cosa da Paese libero e democratico, né da classe dirigente all’altezza del compito di guidare una nazione. Perché per quanti errori facciano i giornali fino a quando si potrà scegliere tra decine di testate con orientamenti diversi vorrà dire che l’omologazione non avrà ancora avuto il sopravvento. Speriamo solo che dopo l’autogol di Firenze Matteo Renzi non renda alla lettera il suggerimento di Ferruccio De Bortoli, uno che con il premier non è mai andato troppo d’accordo. L’ex direttore del Corriere della Sera ha detto:I titoli dei giornali li faccia direttamente lui, così facciamo prima”. C’è chi giura che dalla Leopolda sia stato tutto un coro convinto di: idea geniale, idea geniale!! Aspettiamoci ora solo più titoli di giornali obbiettivi e non contaminati da malafede. Tipo : “Renzi, l’unica speranza per l’Italia”; “Matteo gli italiani ti amano”; “L’Italia prima potenza al mondo, grazie al conducator di Rignano”… Roba sobria insomma.


contatori