Ringalluzzito dallo sconto di pena e per l’invito al Quirinale, e archiviata la gaffe da cabarettista di quart’ordine messa in scena con Rosy Bindi proprio al Colle dove non si è fatto mancare neppure una barzelletta sulla mafia mentre stava per giurare il fratello di una vittima di mafia, Silvio Berlusconi gonfia il petto e mostra i muscoli. 
Cercata la posa migliore in favore di telecamera l’ex cavaliere annuncia: “D’ora in poi voteremo solo più le leggi che ci convengono”. Per la verità fino ad ora non è che Berlusconi abbia votato leggi che convenivano agli italiani, ma l’esplicitarlo così disinvoltamente la dice lunga sul senso dello Stato dell’uomo che da vent’anni condiziona l’Italia politica e raccoglie consensi – sempre meno per la verità – tra quegli italiani che amano lo stile muscoloso dell’uomo, le sortite da cabarettista e forse anche la sua vita privata, che secondo alcune sentenze e processi vari, appare sempre essere piuttosto sul filo della legalità, ma spesso molto al di là della moralità. Forse l’ex presidente voleva solo dire ciò che poi ha puntualizzato il suo consigliere particolare Giovanni Toti e cioè che “il patto del Nazareno è morto”. Che sia morto, conoscendo i contraenti, non è sicuro. Se non fosse mai nato l’Italia ne avrebbe davvero sofferto? In attesa che Silvio Berlusconi torni a far votare leggi che gli convengono, dovrà dotarsi di un partito che lo segue e non uno, come Forza Italia, che gli sfugge di mano e si sta sciogliendo come neve al sole. Però, mai dare nulla per scontato. Avendo l’uomo in questione più vite di sette gatti messi insieme, non è da escludere che l’ex cavaliere torni a correre più di Lazzaro, quello di “alzati e cammina”. Perché se muore il Nazareno non è detto che non rinasca proprio Lazzaro. Sta forse per nascere il patto del Lazzaro?