La sai l’ultima? Barzellette dal Colle

06.02.2015 05:58

Se qualcuno aveva trovato disdicevole l’invito al Colle per Silvio Berlusconi per presenziare al giuramento del Presidente Sergio Mattarella, dopo le performance dell’uomo di Arcore ha dovuto ricredersi. In una trasmissione de La7 condotta da Daria Bignardi, il giornalista e scrittore Corrado Augias ha definito l’ex cavaliere “un gaffeur, un grande gaffeur” per aggiungere poi sconsolato: “l’uomo è così, inutile perdersi in commenti”.

Seppure Berlusconi sia un’amante impenitente  di quelle storielle che magari si raccontano davanti ad un bicchiere di nero e, memore forse dei trascorsi come chansonnier sulle navi da Crociera dove cantava accompagnato al piano dal fedele Fedele Confalonieri, provi sempre ad ogni costo a rendersi simpatico, al Colle è andato fuori semina di brutto. È mai possibile presentarsi al Colle per il giuramento del dodicesimo Presidente della Repubblica, un uomo che ha avuto un fratello trucidato dalla mafia, e raccontare al gruppetto osannante che gli zampettava intorno come tanti Aristogatti proprio una barzelletta sulla mafia? Certo che non è possibile. Anzi è possibile solo ad un uomo.

Sarebbe interessante sapere quanti di costoro hanno riso alla barzelletta, più ancora di stupirsi del fatto che nessuno abbia avuto il bon ton di dirgli: “Presidente, provi ad essere educato e con un minimo senso delle Istituzioni”. Perché, stiamone pur certi, qualcuno avrà riso. Magari anche di gusto. Perché per quanto stupide possano essere le barzellette di Silvio Berlusconi, c’è sempre qualcuno più stupido che si mette a ridere. Consoliamoci: questo è il destino dei lacchè un tanto al chilo o dei maggiordomi ad ore.  

Escluso lo scambio da scuola materna tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi (“Sei un birichino”; “Tu sei più birichino di me”, giuro è vera!) l’altra perla della giornata Quirinalizia è stato il saluto riservato dal tycoon della Brianza a Rosy Bindi. Incontrandola, ed avendo saputo che l’elezione di Mattarella aveva commosso l’ex ministro della Sanità fino alla lacrime l’ha così salutata: “Ho visto che ha versato lacrime di commozione. Non ci aspettavamo da un uomo, pardon da una donna, come Bindi, tante lacrime”. Lei, la Rosy, per nulla turbata ha risposto: “E io mi aspettavo da lei che fosse diventato un po’ più galante…”. Anche qui, quanti avranno riso alla battutaccia del condannato? A partire da Gad Lerner che ha detto: “Al posto di Rosy Bindi avrei tirato una sberla a qual cafone" molti si sono chiesto come abbia fatto la deputata piddina a trattenersi di fronte a tanta cafonaggine e sia stata così signora da non reagire. La risposta l’ha data a tutti la stessa Bindi nel corso della trasmissione Otto e mezzo di Lilly Gruber: “Perché sporcarsi?”. Credo possa bastare.

Qualcuno sostiene che il rimarcare certi teatrini faccia soltanto il gioco dell’uomo. Può essere. Così come parlare dei delitti, sostengono sempre alcuni, fa solo il gioco dei pazzi. Può essere. Potremmo parlare sempre e solo di calcio. Ma poi forse si correrebbe il rischio di fare il gioco dei calciatori. Quindi tacciamo sempre e su tutto? Non pare il caso.

Anche in virtù dell’abbondanza di materiale che ci è stato messo a disposizione in questi anni la speranza appare velleitaria, ma nonostante ciò siamo propensi a credere che è bene che se ne parli a partire dai grandi media fino agli spazi infinitesimali come questo. Prima o poi sarà evidente anche ai fan più ostinati e agli amanti impenitenti del berlusconismo che c’è un posto per ogni cosa, ma in ogni posto non può essere detta o fatta ogni cosa. Il mondo è riuscito a fare a meno di Leonardo da Vinci: riuscirà un giorno a non avere più bisogno del Silvio Berlusconi politico?

A chi sostiene che è meglio stendere veli pietosi e far finta che nulla accada mai, è bene ricordare che: “Il sonno della ragione genera mostri”.


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