Infanta
30.01.2016 18:41
Dalla Spagna arriva la notizia che l’infanta Cristina, per essere chiari la figlia dell’ex re Juan Carlos I e sorella dell’attuale re Felipe VI sarà processata per frode fiscale. Verrebbe da dire: giusto, che c’è di strano? Apparentemente nulla, ma forse solo perché il fatto è successo FUORI dell’Italia.
Pensate cosa sarebbe successo da noi, visto che ci attardiamo a disquisire se possiamo o meno considerare scomoda la presenza al governo di Maria Elena Boschi per la sua vicinanza diciamo parentale con la vicenda della banca Etruria. Ma quello della Boschi è solo un esempio, un piccolo esempio di come in Italia a differenza di ciò che avviene nel resto dell’Europa la legge è uguale per tutti, ma solo in teoria. Se non ci saranno colpi scena, al momento da escludere, l’infanta Cristina il 9 febbraio si accomoderà sul banco degli imputati per rispondere dell'accusa di frode fiscale e rischia fino a nove anni di carcere. L’accusa, per la principessa è di non avere dichiarato le tasse su spese personali pagate da una società immobiliare posseduta insieme al marito Inaki Urdangarin il quale invece di anni ne rischia fino a 19. Non crediamo che Cristina di Borbone finirà al gabbio, come si dice a Roma, ma il solo fatto che finisca sotto processo è altamente rappresentativo di come funziona la legge al di là delle nostre Alpi. Perché, per farla breve, la nostra classe politica guarda all’estero quando c’è magari da torchiare il contribuente, ma fa finta di non vedere, non sapere e non sentire proprio come le tre scimmiette quando magari ci si accorge che all’estero le paghe sono maggiori, le tasse minori e la giustizia non ha occhi di riguardo per nessuno. Da noi in Italia lo vediamo tutti i giorni che la Giustizia fa acqua da tutte le parti e non sempre e non solo per colpa dei giudici, anche se loro non sono esenti da colpe. Da noi trionfano i cavilli, le simpatie politiche e magari con un occhio si guarda alla propria carriera e con l’altro al rango dell’imputato. Non voglio passare per esterofilo e per chi crede che all’estero sia tutto meglio perché non è affatto così. Ma che la sorella del re di Spagna sia processata per frode fiscale come una mujer qualsiasi la dice lunga. Finirà anche lì a Paella e Sangria come da noi a tarallucci e vino? Questo lo vedremo. Al momento ci limitiamo a registrare che in Spagna la giustizia non guarda in faccia nessuno. Se poi l’infanta risulterà innocente, un brindisi a Sangria lo faremo volentieri. E magari anche uno con un Chianti, (vino di Arezzo, e chi vuole capire capisca) quando anche da noi i parenti dei potenti o i potenti con dei parenti un po’ così godranno dello stesso trattamento dei comuni mortali.