Non sappiamo come l'ha presa né che reazione ha avuto Enrico Letta - a Parigi dopo aver detto addio al parlamento - quando si è trovato tra le mani il Fatto Quotidiano. Leggere di essere stato definito “incapace” in una conversazione intercettata tra Matteo Renzi e il comandante interregionale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi, non gli avrà fatto indubbiamente piacere.
Avrà aggiunto amarezza ad amarezza. Delusione a delusione. Anche se non sarà quella affermazione malevola a far peggiorare l’opinione che Letta ha del segretario del «suo» partito. L’unico commento trapelato da Parigi è stato: “Incommentabile”. Una parola che dice tutto. Il giornale diretto da Marco Travaglio in edicola il 10 luglio ha riportato una conversazione del 11 gennaio 2014 intercettata e finita agli atti dell’inchiesta Cpl Concordia nella quale Renzi in relazione a Letta, presidente del Consiglio dice a Adinolfi, suo interlocutore: “Lui (Letta) non è capace, non è cattivo, non è proprio capace. E quindi...però l'alternativa è governarlo da fuori...». O magari intendeva dire farlo fuori? Renzi, giova ricordarlo, era ed è ancora segretario del Pd, lo stesso partito di Letta. E giudizi così tranchant si spiegano solo con l'ambizione sfrenata del giovane Putto, con una buona dose di cattiveria e nessun rispetto istituzionale e umano. Un unto dal signore, in sostanza. La storia di come sono poi andate le cose la conosciamo tutti. Dalla telefonata intercettata al giuramento di Renzi al Quirinale sono passati più o meno 40 giorni. Quaranta giorni in cui si sono sentite frasi del tipo “#enricostaisereno” perché "nessuno ti vuol fregare il posto» e “mai al governo senza passare dal voto”. Ferruccio De Bortoli - ex direttore del Corriere della Sera - sostiene che Matteo Renzi è «un maleducato di talento» e un «caudillo». Talentuoso Renzi lo è di certo. Ma su tutto prevale un'ambizione smisurata. Senza freni né remore. Il talentuoso presidente del Consiglio è soprattutto un grande imbonitore e un grandissimo ammagliatore. Uno che potrebbe vendere tranquillamente un frigorifero anche agli Inuit della Groenlandia. In Italia, nell'Italia della politica, dei luoghi comuni e del venghino signori, venghino queste sono qualità eccelse che non passano inosservate. Diciamo che fanno curriculum e aprono le porte del reame. Ormai è accertato e sotto gli occhi di tutti che si può impunemente mentire. L'importante è mentire così tanto, ma così che alla fine anche la più grande delle balle ripetuta mille volte diventa verità assoluta. E tante baggianate, improvvisamente si trasformano in arra di verità. Che poi uno sia un fenomeno è musica un po’ diversa. Anzi, magari si è solo autoconvinto di esserlo! Al punto da vedere intorno a sé tanti incapaci.