Il valore della povertà come stile di vita da consigliare agli altri

25.04.2014 07:26

La notizia ha trovato ospitalità limitata sulla stampa nazionale, ma non per questo ha provocato meno scalpore, delusione, rabbia e indignazione. Dunque, i fatti. Tra pochi giorni l’ex segretario di stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, farà trasloco nella nuova casa e lì si godrà la pensione che ammonta a circa 6000 euro mensili. Prenderà le sue poche cose (eufemismo!!) e si trasferirà nel mega appartamento da 600 metri quadri più altri 100 di terrazzo che si è fatto preparare all’ultimo piano di Palazzo San Carlo, dentro le mura Vaticane. Per fare ciò l’alto prelato ha fatto unire due appartamenti da 300 metri ciascuno, quindi non proprio una robetta, ha dato sfogo alla fantasia e (pare) non ha badato a spese per il restauro.

C’è da dire che l’ex segretario non raggiungerà da solo l’umile dimora, ma sarà seguito da tre suore che avranno cura della sua augusta persona. Mentre, autista limousine e segretario particolare lo raggiungeranno alla bisogna. Naturalmente nella nuova abitazione porterà con sé anche il passaporto diplomatico, che gli è riservato come status del suo recente passato da  segretario di uno Stato estero.

Palazzo san Carlo, per chi non lo sapesse, si trova a pochi metri dalla residenza santa Marta dove ha scelto di abitare papa Francesco che ha rinunciato al maestoso appartamento del palazzo apostolico occupato fino alle dimissioni da papa  Ratzinger. Vicini di casa, dunque, ma con appartamenti e anche stili molto differenti. Papa Francesco ha scelto per sé una dimora di circa 70 metri quadri, salotto, camera e servizi e ne ha preso uso così come l’ha trovato. Nello stesso residence del santo Padre abita  anche il cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato che ha sostituito proprio il bon vivant Bertone, il quale ha scelto per sé una sorta di monolocale al quinto piano. Vicini di casa, lontanissimi per abitudini e stili.

Pare che il Papa non abbia molto gradito la scelta del cardinale piemontese, ma che non gli sia stato possibile fermare i lavori o impedirne il trasloco. Papa Francesco ha portato a Roma, in Vaticano, il suo sobrio stile di vita che già praticava ai tempi di Buenos Aires quando scelse di non andare a vivere nell’elegante residenza arcivescovile, ma preferì restare nell’austero appartamento della curia.

A quanto pare lo stile improntato all’insegnamento di san Francesco ha fatto pochi proseliti tra le mura vaticane. L’eccesso di Tarcisio Bertone da Romano Canavese, già compagno di seminario dello scomparso don Andrea Gallo, il prete degli ultimi, partigiano, fondatore della comunità san Benedetto al porto, non è l’unico esempio in cui si illustrano i valori della povertà, preferendo naturalmente che a percorrerne la strada siano altri e non sé stessi.

Qua e là sui giornali, a corredo della scelta di Bertone, sono comparsi altri eccessi abitativi (anche se meno vistosi) posti in essere da alti prelati del Vaticano. Sono uscite cose sulle quali è difficile trovare un aggettivo adatto per descriverle. Che dire di quell’alto papavero con berretta cardinalizia che si è fatto montare il frigo bar dentro l'auto blu? Già, la povertà. Ha un bel predicare papa Francesco contro la ricchezza e contro il denaro che ha definito “sterco del diavolo”. Evidentemente, tra le mura Leonine, c’è chi si trova benissimo anche con belle e copiose mazzette del cosiddetto sterco del diavolo.

Il rapporto tra l’essere e l’avere della Chiesa è da sempre un tema scivoloso e complicato. Agli eccessi appena ricordati, che sono solo un banalissimo e limitatissimo campionario, fanno da contraltare non solo la sobrietà di molti parroci e vescovi, ma la vera povertà vissuta da tanti religiosi di frontiera che hanno scelto di vivere sulla propria pelle l’insegnamento del vangelo. L’opulenza di alcuni cardinali e anche di alcuni funzionari vaticani non è la chiesa. È, semmai, l’eccesso di chi ha agguantato il potere e dopo essersene abbondantemente servito ha perso per strada non solo il ministero sacerdotale, ma anche il buon gusto e il decoro.

Eppure, ancora nei giorni scorsi, durante l’omelia che papa Francesco ha fatto nella piccola chiesa di Casa Santa Marta, con coraggio ricordava: “Dall'idolatria del denaro nascono mali come la vanità e l'orgoglio. C'è qualcosa nell'atteggiamento di amore verso il denaro che ci allontana da Dio. Il denaro ammala anche il pensiero e la fede: ci fa andare per un'altra strada. Se scegli la via del denaro alla fine sarai un corrotto perché il denaro ha questa seduzione ed è capace di farti scivolare lentamente nella tua perdizione”.  

Qualcuno, forse, mentre il papa predicava, era altrove. Oppure ha preferito fare orecchie da mercante. Mercante del tempio.