Grillo

29.06.2015 06:25

È un Beppe Grillo totalmente diverso da quello fin qui conosciuto quello che ha marciato con il “suo” popolo a Ostia in occasione della fiaccolata dell'onestà. Quindi né comico né politico urlatore sguaiato, né provocatore e nemmeno l'epuratore. È un Grillo più intimista, forse stanco ma non demotivato quello che dice: “Figuratevi se io me ne vado dal Movimento, è nel mio Dna. Resto però ai margini. Ma ne starò un po' da parte perché loro, parlamentari e attivisti, devono diventare il volto del movimento”. In questa conferma, ammesso che alle parole seguano i fatti conseguenti, c’è la volontà da lasciare comminare un po’ più da solo il Movimento che partito dal nulla ha pagato l’esplosione di una crescita inimmaginabile ed ha portato a Roma tantissimi “cittadini deputati e senatori” alcuni dei quali dei veri miracolati.  Pagato lo scotto del noviziato il movimento è cresciuto, lavora, si impegna. Ma nessun movimento potrà mai stare senza un leader che lo sappia guidare e che sappia anche dire dei no o battere i pugni sul tavolo alla bisogna. La democrazia partecipata ed allargata è una bellissima cosa, uno conta uno è suggestivo,  ma non funziona sempre e per tutto. I leader servono, a patto che non siano despoti, unti del signore o degli uomini soli al comando. Qualcosa nel movimento 5Stelle si sta muovendo e qualcosa potrebbe muoversi se per davvero ci sarà un po’ di “degrillizzazione”. Diciamo che i piccoli grillini crescono e il famoso direttorio, inizialmente mal digerito, sta andando avanti facendo intravedere la stoffa di qualche futuro leader.  Il Grillo intimista di Ostia ha anche specificato: “Abbiamo dato anni della nostra vita, eppure c’è chi ostina a non capire. Non l'abbiamo fatto per aver profitto, ma solo per affetto nei vostri confronti. Ho un orgoglio straordinario per questi ragazzi, che magari a volte ho anche danneggiato gridando, sbraitando, ma quello che ci tiene uniti è l'affetto. Noi ci vogliamo bene”. Questo è forse il Grillo che mancava. Quello che assomiglia al grillo parlante della fiaba Pinocchio, un vecchio saggio che sa tracciare la rotta. Prendiamo per buona la metamorfosi. Per adesso – se tutto troverà sostanza – non è ancora il caso di levare in alto i calici, ma di guardare con attenzione all’evolversi della situazione certamente sì.  Se resteranno parole Grillo potrà restare nella fiaba, ma nel ruolo di Pinocchio.


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