Vincenzo De Luca, presidente della Campania, proprio quello vero e non l’imitazione fotocopia che di lui ne fa Maurizio Crozza, ospite di Otto e Mezzo su La7 ad un certo punto è sbottato contro l’acerrima nemica Rosi Bindi che ai tempi delle elezioni regionali lo aveva giudicato impresentabile: “L'unica impresentabile è lei, da tutti i punti di vista. Alla Bindi contesto la sua stessa esistenza”.
Insomma, per quanto il geniale Crozza si impegni e i suoi ghostwriter gli consegnino testi esilaranti, una simile perla non l’avrebbe partorita anche perché solitamente i cominci veri sono gente seria. Che ci sia della ruggine antica tra Rosi Bindi e Vincenzo De Luca è risaputo tanto che il secondo non esitò a presentare denuncia querela per “diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali, abuso d'ufficio”contro la presidente della Commissione Antimafia appena eletto Governatore della Campania. Non è il massimo, ma passi. Ormai la politica è diventata una maionese impazzita al punto che ci si querela tra membri dello stesso partito. Ma che una personalità come un presidente di Regione vada in Tv e si comporti come un maschilista e si lasci andare a battute grevi anche per l’avanspettacolo non è tollerabile, anche se il tutto è passato praticamente sotto silenzio. Quel suo definire Rosi Bindi “impresentabile sotto tutti i punti di vista” fa il pari con l’altra grande battuta che Silvio Berlusconi regalò, dagli schermi della Tv di Stato alla Bindi: “È più bella che intelligente”. Solo che allora di fronte alla cafonaggine le piazze (mediatiche) si riempirono di gente indignata e sommersero Berlusconi di critiche feroci. Questa volta, invece, i moralisti a corrente alternata erano tutti impegnati altrove. Che bruttura queste indignazioni ad personam. E che piccolezza umana sanno mettere in campo i vari saggi che si ergono a difendere le donne dagli attacchi maschilisti solo quanto a farli è l’avversario politico più esposto mediaticamente. Che la politica non sia cosa da educande passi. Che ci si muova spesso nell’agone politico con i coltelli tra i denti fa parte del (brutto) gioco. Ma che ci si indigni a corrente alternata è troppo perfino nei confronti di una politica che non brilla certo per etica e moralità. Invece di attardarsi a difendere le quote rose, a pretendere voti di genere e cose simili se la politica fosse cosa seria di fronte ad un De Luca qualsiasi farebbe muro e lo metterebbe all’indice. Invece è la solita storia: vizi privati e pubbliche virtù. Perché – è la politica bellezza – ormai chi è eletto si considera al di sopra delle parti come se avesse ricevuto una investitura divina e con essa l’immunità per dire a fare qualsiasi nefandezza anche solo linguistica. Purtroppo siamo al Medio Evo dell’educazione. Un Medio Evo popolato di figuri in grado di fare figure meschine, ma di garantire quel po’ di audience attraverso il quale rimpinguare i conti correnti dei cerimonieri dell’etere. Ovviamente ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.