Festival

13.02.2016 07:44

Qui c’è qualcuno che non ce la racconta giusta! A scorrere i vari social network è tutto un trionfo di “io il Festival non lo guardo”, “orrore” e poi butti l’occhio sui dati Auditel e scopri che il festivalone contiano ha messo insieme il 50% di share! Delle due l’una: o i frequentatori dei social sono tutti oxfordiani in servizio effettivo permanente, o provano a fare gli snob e ciurlano nel manico alla grande. E quando qualcuno non resiste alla tentazione di buttarsi nell’arena dei commenti, fa sempre precedere il commento stesso con la formuletta:  “Facendo zapping, casualmente mi sono imbattuto…” e poi vai con le annotazione che vanno di moda: il Festival è troppo nazional-popolare, la musica è all’angolo, i cantanti fanno pena, il lifting è fatto da macellai, il presentatore è uno buono per tutte le stagioni, sul palco sono arrivate le cariatidi ecc. ecc. Succede sempre così. Adesso c’è il Festival: nessuno lo guarda e il Festival fa pieno di pubblico; un’altra volta c’è Vespa che a Porta Porta viviseziona cadaveri con tanto di plastici e nessuno lo guarda, et voilà fa  il pieno di share anche il cerimoniere. Poi è il turno di Barbara D’Urso e dei vari contenitori del dolore mattutini e pomeridiani e… orrore, orrore nessuno li vede, ma l’Auditel dice cose diverse.  Cosa sarà mai questa voglia di presentarsi al pubblico come esseri raffinati, chic, un po’ snob e attratti solo dall’accoppiamento dei cavallucci marini tanto da dover spiegare che il finire sul Festival è stato solo colpa dello zapping traditore?  La realtà non è proprio così. Lasciate dire anche a me la frase magica: “Facendo zapping, casualmente mi sono imbattuto…” in Ezio Bosso e in quel momento avrei voluto gridare a tutti che il festivalone mi ha regalato emozioni, ho ascoltato prima delle bellissime  parole e poi la musica di una grande persona. Poi  il giorno successivo ho fatto zapping passando sovente tra “Piazza Pulita” dove ho pure votato il sondaggio sulle unioni civili proposto da Corrado Formigli fino a quando sul palco dell’Ariston non sono arrivati i Pooh. Li attendevo i mitici Pooh, perché con altri hanno musicato e sono stati la colonna sonora dei miei anni giovanili.  Per questo ho sofferto un po’ nel ritrovarli imbalsamati nei gesti con il grande Camillo Ferdinando Facchinetti, detto Roby più che un cantante mi è parso un insieme di smorfie con  l’ugola stanca e un po’ stonata che neppure le sue 71 primavere sono riuscite a farmelo piacere. A 71 anni non puoi fare né gli acuti né la stessa melodia di quando gli anni erano 20. Puoi finire a fare la madonna pellegrina a Sanremo, ma i mitici erano altra cosa! Poveri i miei Pooh, proprio non mi hanno convinto. Dopo la delusione provata che credo sia più figlia del ricordo che ne avevo che della performance canora del gruppo, sono tornato da Formigli a rodermi il fegato con la politica il che forse è anche peggio. Concludo: non guardo il Festival in toto perché proprio non ce la faccio, cerco ciò che presumo possa interessarmi e quindi vado di zapping. Uno zapping consapevole e non figlio della casualità. Poi il giorno successivo cazzeggio sui siti e vado a gustarmi qualche pillola festivaliera tra gli innumerevoli video postati. Va a finire che sono uno snob anch’io. Uno snob a mia insaputa.


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