Mentre tutti i giornali del mondo riportano in prima pagina la (terrificante) notizia del test con la bomba ad idrogeno in Corea del Nord, in Italia si leva una voce amica in difesa della scelta di Pyongyang.
Di chi è questa voce? Naturalmente di Antonio Razzi, senatore della Repubblica Italiana passato con una capriola degna di un navigato saltimbanco dall’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro a Forza Italia di Silvio Berlusconi. Ma questi sono dettagli o, per dirla alla Totò, bazzecole, quisquilie e pinzellacchere. La vera gloria di questo rappresentante del popolo e dal popolo lautamente pagato non derivata tanto dalle capriole politiche, ma piuttosto da due gustosi biglietti da visita: l’imitazione che del nostro eroe ne fa Maurizio Crozza e soprattutto per l’amicizia dimostrata dal senatore nei confronti della Corea del giovane dittatore Kim Jong-un. Un’ammirazione e un’amicizia così profonde che ogni viaggio nella terra santa diventava motivo di notizia. Notizia condita dalla gustosa goliardia del nemico numero uno della lingua italiana, al secolo sempre Antonio Razzi. Ma, tornado allo scoppio atomico il senatore si è affrettato a dire la sua: “I terremoti capitano ovunque nel mondo e con tutte le esplosioni che ci sono ogni giorno, chi può dire con certezza di chi sia la responsabilità? E poi, in questo caso non so se sia vero quel che si dice, cioè che il sisma sia stato provocato dal test nordcoreano. Penso, però, che qualsiasi nazione che debba difendere i propri cittadini può affidarsi a certe soluzioni”. Tutti noi abbiamo tirato un sospiro di sollievo di fronte al pensiero “razziano” soprattutto perché arriva da uno che la Corea del Nord la conosce bene e la ama. E sapete perché questo senatore è così attratto dal paese asiatico? La summa è questa: “La Corea del Nord assomiglia molto alla mia Svizzera, per questo l’apprezzo. Le persone sono precise quando si danno gli appuntamenti. E poi c’è una pulizia per le strade, molto molto pulite. Violazione di diritti umani? Non credo che non ci siano diritti umani. Si può tranquillamente uscire, andare dove uno vuole”. E quindi mentre il mondo trattiene il fiato e si interroga sulla reale portata della bomba atomica in mano a Kim Jong-un tranquillizza sapere che le strade delle città sono linde e intonse. E se a qualcuno viene un brivido all’idea dell’atomica può sempre farsi tranquillizzare da Razzi o in alternativa da Matteo Salvini un altro che dopo essere stato in Corea al seguito dell’ineffabile Antonio da Giuliano Teatino la vede così: “Sono contento di esserci andato, ho visto un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose che ormai in Italia non ci sono più”. Ecco: mentre il mondo teme la tragedia, noi per fortuna ci gustiamo la farsa.