Epiteti

22.01.2016 06:01

L’epiteto lanciato da Maurizio Sarri contro Roberto Mancini – per chi non lo sapesse rispettivamente allenatore del Napoli e dell’Inter -  tiene banco da tre giorni. E, per chi non lo sapesse, il fattaccio è questo: al termine della gara di coppia Italia tra il club milanese e quello partenopeo, Sarri ha apostrofato il collega con un paio di epiteti di natura omofoba: frocio, finocchio! Ne è scaturito un parapiglia e a nulla sono valse le scuse praticamente immediate del tecnico napoletano. Mancini, sdegnato, le ha rispedite al mittente. Il perché lo spiega lui stesso: “Sarri? Non lo perdono. Ha offeso migliaia di persone che ogni giorno vengono derise e si tolgono la vita”. Encomiabile, ma… e il “ma” lo vediamo dopo.  Come sempre accade dai tempi di Bartali e Coppi l’Italia si è divisa tra innocentisti e colpevolisti dove le idee degli uni e degli altri in qualche caso hanno risentito della fede calcistica. Sarri non ha troppe scusanti e la sua sfuriata merita di essere condannata senza appello, ma questo senza trascendere o pretendere la gogna mediatica per un uomo al quale hanno ceduto i nervi come successo ad altri in mille altre occasioni e non solo nel calcio. Giovanni Trapattoni  uno che l’ambiente lo conosce molto bene ha detto: “Comprendo benissimo lo scatto d'animo di Mancini e Sarri. Durante le partite un tecnico patisce tensioni sconosciute ai più: può succedere di perdere la ragione, ma la cosa fondamentale po' saper chiedere scusa quando uno sbaglia. E Sarri l'ha fatto. Noi siamo gente ruspante”. Essere ruspanti non vuol dire avere carta bianca, ma nemmeno pretendere che un ambiente diventi improvvisamente un coro di voci vergini! Dicono che sui campi di calcio se ne sentano di tutti i colori. Più o meno come se ne sentono di tutti i colori in parlamento dove i vocaboli di Sarri e altri magari anche peggiori sono se non all’ordine del giorno non così sconosciuti. Peraltro gli stessi vocaboli sono – e non c’è di che essere fieri -  frequenti nella parlata quotidiana dove li si usano non per omofobia, ma solo per dar fiato alle trombe senza troppo pensare. Ripetiamo Sarri  ha sbagliato ed è giusto che paghi con due giornate di squalifica le sue intemperanze. Ma non facciamola troppo lunga  e non carichiamo di significati una frase dal “sen fuggita”. D’accordo non cambia la storia, ma Roberto Mancini è un chierichetto? Pare di no. Qualcuno ricorda, per esempio, uno suo scatto d’ira quando al culmine di un acceso diverbio il “Mancio” apostrofò un giornalista della Gazzetta dello Sport reo di aver fatto considerazioni sgradite in questo modo: “Sei un frocio di m..., vieni qui”. D’accordo le persone possono cambiare, anche migliorare, con gli anni raggiungere più consapevolezza e maturità, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. Senza voler con questo stare dalla parte di Sarri che, ribadiamo, va sanzionato. Ma la lapidazione no, questa non va bene. Soprattutto quando a chiederla sono alcuni milord del parlamento del quale tacciamo i nomi per la vergogna che provoca il solo ricordarli.


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