Dunque: i senatori da lunedì staranno in Aula dalle 9 alle 24, sette giorni su sette per votare la riforma Costituzionale. Matteo Renzi prova a fiaccare così la resistenza dei più riottosi. Vuol prenderli per sfinimento. Ma non li conosce. Metà di loro di fronte al pericolo imminente hanno sospirato: embè, staremo in Aula, sempre meglio che tornare a lavorare.