De profùndis
12.10.2015 07:56
Forse le parole dell’alto prelato non hanno attinenza con la stretta attualità visto che l’affermazione è parte di un documento maturato in incontri e lavori del Consiglio Pastorale diocesano andato avanti un anno e mezzo. Ma, forse, se davvero non si tratta di un’aggiunta messa di corsa all’ultimo minuto è anche peggio. Cioè, oltre un anno fa il Consiglio Pastorale valutava inadeguata l’amministrazione capitolina appena eletta dai romani. In effetti Ignazio Marino nonostante i sorrisi di facciata al di là del Tevere non è stato mai visto come un bravo figliuolo tutta casa, chiesa, precetti e Campidoglio, ma piuttosto come un diavolo barbuto e soprattutto disubbidiente. Dal giorno in cui il primo cittadino capitolino ha trascritto le nozze contratte all’estero da 16 coppie gay e lesbiche qualcosa si è rotto tant’è che il vicariato di Roma non esitò a dichiarare: “Una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti. Una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico”. E su queste parole c’è chi giura di aver sentito le note del De profundis. Ovviamente sia l’anteprima rilasciata dal cardinal Vallini sia l’intervento del vicariato sono assolutamente lecite. E non c’è nemmeno di che scandalizzarsi se le parole provocheranno o hanno provocato degli atti conseguenti visto che ogni anelito che arriva da Oltretevere ha la sua importanza non solo su Roma. In ogni caso le parole del cardinale Vallini sono arrivate come l’estrema unzione nei confronti di un malato ormai passato a miglior vita. A nessuno dalla parte opposta del Tevere è venuto in mente di dire che anche in Vaticano c’è bisogno di una nuova classe dirigente che sia meno attenta al business e alle cose terrene e soprattutto che non si metta di traverso nei confronti del papa progressista arrivato dall’Argentina. Se mai qualcuno lo avesse fatto sarebbe finito al rogo e accusato di ingerenza blasfema. Magari qualcuno lo ha pensato, ma dirlo assolutamente no. Adesso non ci resta che aspettare per vedere cosa succederà passati i 20 giorni fatidici dalle dimissioni del primo cittadino. Società civile o politico? Uomo o donna? Primarie o non primarie? E se si faranno le primarie un’urna verrà posta anche in piazza San Pietro o basteranno gli interventi del Consiglio Pastorale? Per intanto, Ignazio: De profùndis clamàvi ad te, Dòmine…|
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