Danè

17.09.2015 06:28

Erano spuntati più copiosi dei funghi in autunno, sono spariti come neve al sole. Metafore stagionali  per dire che le migliaia e migliaia di emendamenti presentati in Senato e (teoricamente) in grado di rallentare per mesi i lavori della Commissione Affari Costituzionali sono stati improvvisamente ritirati. Ha ritirato i suoi 500 mila il leghista Roberto Calderoni, che con il suo mezzo milione di proposte di modifica al ddl Boschi si è rivelato essere il vero recordman del Senato, lo stesso ha fatto Forza Italia, ma anche Sel  ha seguito l’esempio dei “nemici” della destra. Cosa è successo? Ah saperlo, come era solito esclamare il compianto Riccardo Pazzaglia di “Quelli della notte”. Il Pd per bocca del capogruppo Luigi Zanda sostiene che “il ritiro degli emendamenti è solo una manovra politica, come lo è stata la presentazione: manovra prima, manovra ora”. Può essere. Tutto può essere. Diciamo magie della politica. Se però l’intento era quello di spiazzare il governo (leggi Renzi), il governo (leggi Renzi) ha spiazzato tutti. Da sincero democratico il nostro Matteo Renzi ha portato il testo direttamente all’esame dell’aula scavalcando la commissione dove i numeri erano un po’ traballini,  mentre in Aula grazie all’aiuto dei molti migranti, che non sono i poveracci che arrivano in Italia ma i senatori che fanno della migrazione (o transumanza?) da un gruppo all’altro la loro cifra di vita c’è la possibilità di raggiungere l’obiettivo. Da Roma giungono spifferi di una campagna acquisti da far impallidire l’intero calcio mercato! Qualcosa, raccontano gli spifferi, di molto simile al mercimonio. Qualcosa potrebbe davvero succedere se Matteo Renzi e l’esercito dei Renzi boy ostentano sicurezza al cubo. Bluffano o sanno qualcosa che noi comuni mortali non sappiamo? Sul tavolo resta anche il ragionamento fatto nei giorni scorsi dall’ex braccio destro dell’ex cavaliere Silvio Berlusconi. Il pensiero di Denis Verdini, un uomo pratico che i conti li sa fare anche per essere stato un banchiere con alterne fortune è stato più o meno questo: “Tranquilli non si vota prima del 2018. Se si va ad elezioni anticipate si perdono circa 500 mila euro a testa. Sono davvero in molti a voler rinunciare a un siffatto gruzzoletto”. Alla fine il collante più sicuro per far passare le riforme ed evitare così di andare al voto con due anni di anticipo rispetto al 2018 potrebbe essere proprio il vil denaro. Perché, com’è noto, ci sono deputati e senatori che hanno poca dimestichezza con la lingua italiana, ma eccellono in matematica quando si tratta di danè. E fatti due conti… Come si dice: cà nisciun è fess. Ma davvero pensate che decine e decine di senatori e deputati – capitati per strane alchimie della politica in parlamento – sarebbero disposti a tornarsene a casa e a vedere il Transatlantico in Tv? Suvvia, va bene litigare con la lingua italiana, va bene scambiare coinciso con circonciso, pazienza confondere un’amnesia con una amnistia, e passi pure il detto “Non c'è niente di peggio del cieco che non vuole vedere” (Di Pietro dixit) ma davanti al gruzzolo tutti diventano premi nobel dell’Economia. Ovviamente quella del proprio conto in banca. E adesso scusate, chiudo qui perché tutta questa storia mi sta facendo venire il patè d’animo.

 

 


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