Cretin

18.11.2015 07:32

Mentre l’Europa, su richiesta di  Francois Hollande, attiva per la prima volta nella storia dell’Unione Europea la  “clausola per la difesa collettiva” e la Russia di zar Vladimir Putin ordina un rafforzamento dell’offensiva militare contro l’Isis in Siria, e mentre anche l’Italia prova a mostrare i muscoletti con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, un’aquila delle strategie militari nonostante un po’ di confusione tra missili, cacciabombardieri e F35, a sparigliare un po’ le carte ci pensa un comico, ormai  l’unica categoria rimasta a fare un po’ di seria informazione. Ieri sera nella copertina della trasmissione Di Martedì, Maurizio Crozza ha detto alcune cose e dato dei numeri sui quali non è male soffermarci un attimo. Eccone uno stralcio: “A gennaio dopo la strage di Charlie Hebdo te la potevi cavare con Je Suis Charlie, adesso sulle magliette cosa ci scriviamo: Je Suis Paris? Sì, però due giorni prima c’è stato un attentato in Libano con 44 vittime e quindi bisogna scrivere Je Suis Beirut, e prima era esploso una aereo sul Sinai 224 morti… Se qualcosa accade a Parigi, ci sentiamo tutti coinvolti giustamente... ma se accade nel Sinai meno, a Beirut quasi nulla! Io mi domando: quanto deve essere vicina una barbarie perché ci colpisca come esseri umani? Cioè, piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato sul frigo? Matteo Salvini, Maurizio Gasparri e Maurizio Belpietro vogliono bombardare tutti… In effetti, però, bombardare tutti è una soluzione non nuovissima, perché dopo l’Undici settembre l’abbiamo fatto e oggi in Afghanistan i talebani controllano molto più territorio di quello che avevano 15 anni fa, e il terrorismo nel mondo è più forte di prima.. ma io sono un cretin, ma so che con i nostri bombardamenti sono stati uccisi un milione di civili iracheni, 220 mila civili afgani e 80 mila civili pachistani, più che una guerra di civiltà è stata una riuscitissima guerra ai civili. Ma Je suis un cretin totalment brancolant dans la nuit…”. Sia chiaro da subito: non c’è in queste righe la ricerca di un pacifismo di maniera e a buon mercato e tantomeno la voglia di trovare una pur remotissima giustificazione all’attentato di Parigi e a tutte le altre brutture che ci arrivano dal mondo. Pensiamo solo per un attimo alla Nigeria e alle stragi di Boko Haram (a quando una maglietta Je Suis Nigeria?) Siamo attaccati e dobbiamo difenderci. Magari dovremo attaccare. Ma un paio di domande, anche se non spostano la sostanza delle brutture che viviamo, e lo ripetiamo NON OFFRONO GIUSTIFICAZIONE ALCUNA perché non farcele? Se è vero come ha sostenuto Putin che “i jihadisti dell'Isis sono finanziati da persone fisiche provenienti da 40 paesi, tra cui anche membri del G20” qualcosa non torna. E poi chi fa affari con l’Isis comprando da loro petrolio, magari droga o li ingrassa pagando riscatti? E ancora: chi vende loro le armi? Solo mercanti senza scrupoli? Non credo, visto che l’Isis dispone di armi pesanti e sofisticate, ultramoderne, hanno carri armati, missili e fanno sfoggio di nuovissimi pick up Toyota con tanto di mitragliatrice a bordo?  D’accordo: sono solo domande, domande senza risposte, almeno per noi comuni mortali. Però almeno facciamocele anche per evitare di essere cornuti e mazziati oltre misura. In fondo avevano proprio ragione i francesi quando un tempo erano soliti dire:  “C’est l’argent qui fait la guerre”, a cui qualcuno avevo aggiunto: “l'amour fait la misère”.


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