Al netto delle polemiche che hanno accompagnato il viaggio a New York del presidente del Consiglio Matteo Renzi (di cui diremo dopo) per assistere alla finale degli US Open con protagoniste Flavia Pennetta e Roberta Vinci, ancora una volta è stato lo sport a far gonfiare il petto a molti italiani. Succede spesso così. Siamo pessimisti, a volte critichiamo oltre i loro demeriti che sono tanti la classe politica, ci sentiamo figli di un dio minore nei confronti di altre nazioni dove invece trionfa il patriottismo e poi bastano due strepitose ragazze pugliesi a unire lo Stivale.
È successo con Flavia e Roberta, è successo in passato con la nazionale di calcio, abbiamo gioito da italiani per la conquista di un Tour de France alla faccia della “grandeaur”, ci piace sognare con la Ferrari e poi il giorno dopo la grande vittoria – in questo caso quella di Flavia e Roberta è una delle più belle perché pulita e piena di buoni valori – torniamo i “soliti” italiani. Ossia quelli un po’ brontoloni, quelli che maledicono la politica e i politici e poi se possono fregano lo Stato cercando di non pagare le tasse al motto di “tanto quelli mangiano tutto” e via discorrendo. Italiani sempre un po’ dottor Jekyll e Mister Hyde, o se preferiamo genio, sregolatezza, posto sicuro e… lo Stato ci deve! Poi, quando ci sentiamo con il sedere a terra, arriva l’evento sportivo e come per incanto ci sentiamo orgogliosi di essere parte di questo bellissimo Paese. Sì, l’Italia il Bel Paese che sa vivere di quei miracoli che solo gli italiani intesi come popolo sanno compiere. Geniali e fantasiosi, sempre un po’ artisti e un po’ piazzisti, sempre sul filo del burrone sospesi tra lo spiccare il volo o cadere rovinosamente nel vuoto. C’è solo un momento in cui ci dimentichiamo delle magagne e poi corriamo a mettere il tricolore al balcone: quando la Francesca o la Flavia di turno si abbracciano forte sotto l’inno di Mameli. Forse, come italiani, abbiamo solo bisogno di esempi positivi a cui fare riferimento con la speranza che siano esempi in grado di far fuggire via chi ne combina di tutti i colori per tenere al guinzaglio lo Stivale. E poi siamo italiani nel senso che ci piace molto farci del male, siamo sempre un po’ masochisti. Anche di fronte alla strepitosa pagina di sport che ci è arrivata dall’America abbiamo goduto a metà, perché attratti o distratti dalla polemica del viaggio presidenziale. Ha fatto bene Matteo Renzi ad andare in America per abbracciare Flavia e Roberta? La risposta migliore l’ha data da par suo quel genio della comunicazione che risponde al nome di Enrico Mentana dal suo profilo facebook con una sintesi in grado di dire tutto: ha fatto bene ad andare? Sì. Con volo di Stato e a spese nostre, no! Chiaro il concetto? Ma forse a disturbare molti di noi più che il viaggio con aereo di Stato è stata la solita sfacciataggine del primo ministro sempre lesto a mettere cappello sulle vittorie altrui. Non è stato il primo presidente andato in giro per assistere ad una finale sportiva dell’Italia. Lo avevano fatto Romano Prodi quando andò alla finale dei Mondiali 2006, lo fece Mario Monti per la finale degli Europei del 2012 per non dire di Sandro Pertini e del suo volo a Madrid per il Mundial del 1982. Già, tutto vero. Con una piccola differenza. Nei casi citati l’Italia se la vedeva con un’altra nazione. Si poteva vincere o perdere…Per Renzi, comunque fosse andata a finire a New York, avrebbe vinto l’Italia. Renzi non ci starebbe mai a passare per menagramo. Meglio mettere cappello su una vittoria sicura. Contribuendo magari con il viaggio a sbafo a far godere solo per metà quegli italiani che avevano tanta voglia di sentirsi italiani almeno per una sera.