Calesse
02.04.2015 05:22
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, amori indivisibili, indissolubili, inseparabili...”: una frase bellissima, di una delle più belle canzoni di Antonello Venditti “Amici mai”. Invece, a volte, ci sono amori profondi che finiscono e finiscono per troppo amore.
Ma soprattutto ci sono amori che non ritornano. Uno di questi pare essere l’addio a Forza Italia di Sandro Bondi e della di lui compagna, la senatrice Manuela Repetti. Un amore finito che pareva indissolubile. Chi lo avrebbe mai immaginato, diciamo un anno fa, che il più convinto cantore del berlusconismo, colui che veniva additato come il vate-cortigiano, il più fedele a Silvio se ne sarebbe andato da Forza Italia? A Silvio Berlusconi, il mite Sandro, con una mai nascosta vocazione per la poesia aveva perfino dedicato una lode di sua composizione: “Vita assaporata/ Vita preceduta/ Vita inseguita/ Vita amata. Vita vitale/ Vita ritrovata/ Vita splendente/ Vita disvelata/Vita nova”. Silvio era la vita per il vate... Poi qualcosa è precipitato. Colpa, spiega adesso il senatore fuggiasco, del famigerato “cerchio magico” che ha chiuso Silvio Berlusconi sotto una coppa di cristallo rendendolo inavvicinabile per chiunque tranne naturalmente che per i componenti del cerchio e forse anche per Dudù, che pure mai ha abbaiato una lode in onore del principe. Siamo sicuri che Sandro Bondi starà patendo le pene dell’inferno. Soffrirà come e più di un vitellino azzannato da un lupo, e lo diciamo con rispetto e convinzione perché l’uomo sarà anche antipatico ma il suo era vero amore, dedizione pura, trasposto totale. Ma anche per un uomo come Bondi, per quella sorta di Ciccio di Nonna Papera, (Gianni Mura dixit) non era più accettabile venire sistematicamente dopo Dudù. Sandro pensava alla poesia e si è ritrovato a cantare una canzone dei Nomadi: Io, vagaBondi che son io, vagaBondi che non sono altro, soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio. E pensare che ci fu un tempo in cuil’unico dio era Berlusconi del quale egli disse:: “Ha un che di divino. È candore e purezza”. Ah, Bondi, Bondi... Povero Bondi. Pensava fosse amore invece era un calesse.