Qualcuno, senza mezzi termini, ha subito parlato di una norma degna della Corea del Nord. Il concetto è un po’ azzardato, ma rende bene l’idea. Infatti prevedere da 6 mesi a 4 anni di carcere per chiunque diffonda riprese o registrazioni fatte in modo segreto con «l'intento di provocare danno alla reputazione altrui», se non è proprio Corea poco ci manca. Se una norma del genere venisse approvata dal parlamento chiediamoci la fine che farebbero trasmissioni come Le Iene, Piazza Pulita, Striscia la Notizia, Report, Ballarò, Annozero e soprattutto la fine dei suoi giornalisti che pure qualche bello scandalo lo hanno portato in luce andando ad indagare dove i giornalisti da scrivania solitamente non vanno.
In questa norma fatta inserire con un vero e proprio blitz notturno in Commissione Giustizia della Camera da esponenti del Nuovo Centro destra si intravede la volontà di mettere il bavaglio a tutto ciò che non è ufficiale e non è la classica velina fatta scivolare ai giornali dai politici nel loro intendo autocelebrativo. Naturalmente è scoppiato un putiferio grazie soprattutto alla gran “cagnara” messa subito in atto dai deputati 5Stelle che hanno occupato l'aula della Commissione esponendo cartelli con scritto "No bavaglio”. Adesso pare ci sia la volontà di fare retromarcia da parte del Governo che per bocca del ministro Andrea Orlando assicura: "Ho riserve di carattere generale, sulle sanzioni, ho delle perplessità, delle riserve e c'e' una riflessione da fare". Tutto questo casino e soprattutto la contestatissima norma sono capitati proprio mentre in Italia la pubblicazione di una telefonata (che non si sa bene se ci sia o meno e chi eventualmente la custodisce) tra il governatore Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino aveva fatto gridare allo scandalo e indignato assai per le affermazione attribuite al medico personale del governatore della Sicilia. Adesso sembra quasi di percepire che dietro a tutto ci fosse una sorta di regia… Non dimentichiamoci che siamo in Italia, Paese dove le trame anche le più cupe e grigie l’hanno sempre fatta da padrone. Ma c'è un'altra coincidenza che lascia allibiti: la norma è stata presentata dal Ncd che ha diciannove tra deputati e senatori su 54, ovvero il 35 per cento, che hanno avuto a che fare con la magistratura e qualcuno è finito pure al gabbio. È tutto casuale? Diceva Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma spesso di indovina”. Forse adesso la maggioranza in Aula ci metterà una pezza, ma intanto ci hanno provato. È un po’ come se un ladro avesse tentato un colpo e fosse poi stato costretto a scappare con il sacco vuoto. Solo per questo non sarebbe un malfattore? Il bavaglio, senza scomodare la giustizia della Corea, starebbe molto bene sulla faccia di chi pensa a norme così illiberali. Si eviterebbero un sacco i fregnacce a magari qualche norma pensata pro domo sua.