Batacchio

06.04.2015 06:02

Se le parole hanno un senso e l’uso delle stesse ha un fine, parlare di bunker come ha fatto Raffaele Fitto nei confronti di Silvio Berlusconi sta a significare che la battaglia finale è alle porte. Che il vecchio Silvio, nonostante la spavalderia che dimostra ed i propositi di battaglia che lascia intravedere, sia sotto “protezione” lo si nota anche da ben lontano. Se non è rinchiuso nel bunker appare come sotto una campana di cristallo accerchiato dai fedelissimi del cerchio magico. Una reggia fatta a campana con sole quattro o cinque sedie: la sua, in pelle bianca e bella comoda, quella dell’onnipresente, potentissima e temutissima senatrice Maria Rosaria Rossi, quella del miracolato Giovanni Toti che dal Tg 4 si è trovato ai vertici di un partito di cui non poteva vantare nemmeno un secondo di militanza e sull’altra poltroncina quando c’è siede la morosa Francesca Pascale. Di tanto in tanto se ottengono il pass al cospetto del capo fanno la loro brevissima comparsa – proprio da comparsa – qualche altro ex ormai ridotto al ruolo di comprimario. Diciamo tipi al tramonto come Gianni Letta e Denis Verdini. Il quadro che si percepisce all’esterno è proprio questo, anche senza l’affondo di Raffaele Fitto. Silvio Berlusconi naturalmente nega e impone a tutti il silenzio: non possono parlare i big e non può nemmeno parlare chi se ne è andato come Sandro Bondi e Manuela Repetto. Tutti devono tacere e basta. L’ex cavaliere li vuole tutti silenti e soprattutto ubbidienti. Credere, obbedire e combattere, eia eia alalà. Perché starà pur sotto la campana, guadato a vista, ma ogni tanto qualche spiffero arriva anche lì e Silvio vede che il partito si sta sciogliendo come neve al sole. Che Forza Italia sia praticamente allo sbando, fagocitata anche da quel quell’asso pigliatutto che risponde al nome di Matteo Renzi - verrà certificato dal voto delle regionali. In quel caso l’ex cavaliere – che sta vivendo giorni di pura passione, con più stazioni strazianti della normale via Crucis – saprà a chi addebitare la sconfitta che ricadrà tutta sui riottosi,  rissosi e ciarlieri deputati e senatori di prima fila. Poi i casi sono due: o fonda per davvero il partito Forza Silvio, che più che un partito sembra un’esortazione a resistere nel bunker, oppure sta dentro la campana purché non si ostinino a fargli fare la parte del batacchio. Perché batti di qua, batti di là, alla fine resti suonato.


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