Avvoltoi

16.12.2015 06:54

Capita talmente di rado di trovarmi in sintonia con Matteo Renzi, che quando succede provo una sensazione strana. E quando capita è solo perché argomenti e affermazioni del dibattito politico quotidiano portano con sé la totale mancanza di onestà e di morale di chi pronuncia certe frasi. Così quando mi sono imbattuto nelle recenti affermazioni di Matteo Salvini, proprio non ce l’ho fatta dal non provare quantomeno un po’ di solidarietà con il presiedente del Consiglio. Dunque Salvini ai microfoni della trasmissione “La Zanzara" di Radio 24 ha affermato: “ Quell'infame di Renzi parla di sciacalli che si approfittano dei morti. Lo vada a dire alla vedova del pensionato suicidato.  La morte di quell'uomo è colpa sua, sì. La morte del pensionato è frutto di una scelta del governo. Dunque è colpa di Renzi. E poi lo ha scritto lui. Si è suicidato perché ha perso tutto per colpa di un decreto demenziale. È un suicidio di Stato, ce l'ha sulla coscienza Renzi. Non c'è dubbio”. Che dire di fronte a queste dichiarazioni? Questo articolo potrebbe anche finire qui, tanto è vergognoso il pensiero espresso dal leader della Lega Nord. Nessuno poteva immaginare che l’ascesa al potere, o l’ascesa al vertice del proprio partito, portasse in dote tanta inutile, pericolosa e dannosa demagogia. Ma com’è noto Matteo Salvini, l’uomo che ha triplicato i voti del suo partito ma ha ammazzato la Lega nord, è proprio così. Campione mondiale di demagogia, lesto di eloquio, sempre in Tv e in questo caso senza un briciolo di umanità né di pudore di fronte alla morte di un uomo. Se questo è il bello e il nuovo della Seconda Repubblica, chiediamo scusa a tutti ma dateti indietro e alla svelta i rottamati. Non che Umberto Bossi fossi un signorino di Oxford, ma neppure nei momenti più crudi della sua battaglia politica, prima di finire stritolato da Silvio Berlusconi e dagli agi della vita Arcorian-Romana era arrivato a tanto. Personalmente provo solo disgusto perché per quante colpe possa avere il governo, per quanto possa essere antipatico, arrogante, presuntuoso e insolente il primo ministro addebitare a lui e al governo la morte del povero Luigino D'Angelo pensionato di Civitavecchia che perso tutto nel fallimento della baca Etruria e ha deciso di porre fine alla sua vita, è pratica da sciacalli senza anima e cuore. Matteo Salvini almeno questa se la poteva risparmiare. Mentre, volendo, avrebbe avuto tutti gli strumenti per mettere all’angolo il governo sulla vicende della banche e chiderne le dimissioni. Invece no. Ha scelto la strada peggiore ed ha dato un esempio pessimo ai giovani che ancora – illudendosi – guardano alla politica come a qualcosa di alto e nobile. Adesso dall’alto arrivano solo gli avvoltoi.


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