C’è stato un tempo non lontanissimo in cui la parola autocritica era quasi una prerogativa lessicale del vecchio Partito Comunista Italiano. “Compagni dobbiamo fare autocritica” si sentiva dire ciclicamente nei comizi, qualche volta in Tv e soventissimo nelle segrete sacrestie del partito.
Di autocritica in autocritica la storia ha fatto sì che il Pci scomparisse e con esso anche la parola autocritica era finita nei meandri dei vocaboli desueti. Ora che i comunisti di antica memoria vivono in una sorta di riserva indiana al seguito di qualche arguto Aquila Rossa, a riportare in auge l’autocritica è stato inaspettatamente Beppe Grillo. Contravvenendo alla solita irruenza il guru 5Stelle ha sostanzialmente detto: “Non mandare gli eletti in Tv è stato uno sbaglio. Può essere che forse abbia sbagliato io”. Quindi, grazie alla timida autocritica preceduta perfino dall’avverbio dubitativo “forse” i 5Stelle più telegenici hanno cominciato a frequentare i talk show. Giusto che sia così. Com’è giusto che il movimento 5Stelle cominci a sostituire qualche “niet” di brezneviana memoria con i più ragionevoli “su Rai e reddito di cittadinanza dialoghiamo con tutti, anche col Pd” come recentemente ha affermato Beppe Grillo. Se a questo si aggiungono gli apprezzamenti al presidente Sergio Mattarella l’autocritica grillina o grillesca assomiglia ad una vera e propria rivoluzione copernicana. Forse queste aperture faranno storcere il naso a qualche duro e puro, ma se perfino l’urlatore per antonomasia, il “vaffainculista” per eccellenza ora copiato nel grido di battaglia dal gallico Obelix Salvini ha provato a gettare un ramoscello d’ulivo non coglierlo sarebbe un peccato. C’è da credere al rinsavimento dell’ugola d’oro dei vaffa day? Vedremo. Per intanto prepariamoci a qualche comparsata Tv in più e a qualche “vaffa...” in meno. A meno che la prima autocritica della storia dei 5Stelle non sia la classica rondine che non fa primavera. In quel caso, di autocritica in autocritica, naturalmente tutte postume, i ragazzi che sognavano la rivoluzione finiranno per giocare ai soldatini nella riserva indiana assieme a Cavallo Pazzo che nelle vesti dello spirito con la scure lancerà l’ennesimo grido di battaglia: “Vaffa.... autocritica”.