Ambiente

06.12.2015 06:17

Quando il 14 settembre 2012 il governo di Mario Monti presentò un disegno di legge per ridurre il consumo del suolo, moltissimi pensarono – illudendosi – che fosse per davvero la volta buona. Illusi, appunto. Nonostante la tematica sia si strettissima e tristissima attualità per i continui disastri ambientali a cui è sottoposta l’Italia, il disegno di legge del governo Monti, scritto materialmente da dall’allora ministro dell’Agricoltura Mario Catania, si è impantanato nelle stanze dei passi perduti del parlamento. Dopo 39 mesi il testo è stato praticamente abbandonato al suo destino. Abbandonato nel senso che la commissione Ambiente della Camera ha impiegato due anni e mezzo per discuterlo, ma nessuno sa quando e se verrà calendarizzato per i lavori dell’Aula. Pare che contro questa legge si muovano varie lobby sostenute da esponenti di tutti i partiti – tranne i 5Stelle – che vanno a difendere interessi corposi fregandosene dell’Italia e anche delle tragiche morti che ogni anno sono da imputare ai disastri ambientali. Scriva La Stampa: “Solo il Movimento 5 Stelle sostiene convintamente una legge efficace. Al di là dei proclami, in senso contrario si muove un articolato fronte trasversale che raccoglie forze in tutti i partiti, Pd in primis. Anche l’impegno del governo è intermittente: la commissione della Camera ha dovuto attendere sette mesi il parere del ministero dell’Ambiente sugli emendamenti”. Eppure la situazione è più che seria e pressante. Sostiene infatti il WWF: “Se non si interverrà in tempo, nei prossimi 20 anni sarà perduto un territorio pari a due volte la Valle d’Aosta”. Eppure, chiedendo venia per il termine, tutti si sciacquano la bocca con la difesa del suolo. Ad ogni drammatica alluvione c’è la passerella dei politici che enunciano cosa si dovrebbe fare, dimenticando che il “fare” sarebbe esclusivamente compito loro. Ovviamente, passata l’emergenza e dopo aver speso un gran numero di miliardi per farvi pronti, chi avrebbe il dovere istituzionale di intervenire ritorna alla primaria occupazione che spesso contempla un’inutile perdita di tempo tra i banchi delle Camere.  In questi 39 mesi tra Camera e Senato ne abbiamo viste di tutti i colori. Dalle risse agli insulti, dai sonnellini fuori ordinanza alle dichiarazioni più fantasiose… Si sono accapigliati su tutto, hanno proposto tutto e il suo contrario ma, non hanno trovato il tempo per approvare una legge fondamentale come quella di cui stiamo parlando. In questi giorni, poi, stiamo assistendo a quell’indecorosa pagina parlamentare che non sa uscire dall’impasse della nomina dei Giudici per la Corte Costituzionale. Tutti, a parole, straparlano di indipendenza e profili specchiati e non etichettabili. Salvo poi, tutti, cercare di mettere cappello sugli eletti. Nel frattempo, come dice Carlin Petrini, il papà di slow food, “se continuiamo così, oltre al dissesto idrogeologico avremo un deserto di cemento”. Pretendere serietà e responsabilità da gente che in 39 mesi non è stata in gradi di far approdare in Aula il disegno di legge è forse pretendere troppo. A costoro basterebbe ricordare ciò che era solito dire il 32º presidente degli Stati Uniti d'America Franklin Delano Roosevelt: “La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa”. Ma probabilmente andremo solo ad alimentare un altro irrefrenabile bla, bla, bla che poi è ciò che tanto piace a lor signori.


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